"Lo Stato continua la sua opera senza condizionamenti. Strategie come queste non ci toccano minimamente. Continuiamo ad operare con la stessa unità che ha contrassegnato l'ufficio dal mio insediamento". Lo dice all'ANSA il procuratore di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, in merito al memoriale del pentito Lo Giudice.
"La mafia o la 'ndrangheta, nelle loro espressioni piu' avanzate - aggiunge Cafiero De Raho - si muovono con strategie particolarmente raffinate e tra queste c'é anche quella che vuole provocare separazioni o divisioni tra coloro che la contrastano, utilizzando di volta in volta strumenti che posono essere passivi o, invece, attivi, collusivi o concorrenti. Faremo tutte le indagini di nostra competenza.". Nel memoriale, fatto consegnare agli avvocati Francesco Calabrese e Giuseppe Nardo, Nino Lo Giudice, ex capo dell'omonima cosca di Reggio Calabria della 'ndrangheta e collaboratore di giustizia dall'ottobre del 2010, evaso dagli arresti domiciliari nella località protetta in cui si trovava, aveva riferito di volere ritrattare le sue dichiarazioni sostenendo di essere stato stato manovrato dai magistrati della Dda di Reggio Calabria, definiti dal pentito "una cricca di burattinai". Il gruppo di magistrati della Dda di Reggio Calabria che si occupa dell'inchiesta sul memoriale scritto da Lo Giudice, coordinato dal procuratore Cafiero De Raho, è composto dai tre procuratori aggiunti, Nicola Gratteri, Michele Prestipino e Ottavio Sferlazza, e da tre sostituti, uno per ciascuna area territoriale della Procura distrettuale. (ANSA)
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