E' stato acquisito anche nel processo di primo grado contro presunti appartenenti alla cosca Lo Giudice il memoriale di Antonino Lo Giudice, indicato come il capo della famiglia, col quale ha ritrattato le dichiarazioni rese da collaboratore di giustizia dandosi alla latitanza. L'acquisizione è stata decisa su richiesta dell'avvocato Giuseppe Nardo, uno dei due penalisti al quale Lo Giudice ha inviato il memoriale e due file audio-video che sono stati pure acquisiti. Nardo, in questo processo, difende Antonio Cortese, indicato dall'ex pentito come l'armiere ed il bombarolo della cosca. Nel processo è imputato anche l'ex capitano dei carabinieri Saverio Spadaro Tracuzzi, accusato di essere una talpa della 'ndrangheta. L'avvocato Nardo, nel suo intervento, ha anche sostenuto che non può essere la Procura della Repubblica di Reggio Calabria ad indagare su Nino Lo Giudice sia nel caso in cui siano vere le presunte pressioni denunciate dall'ex pentito ad opera dell'ex procuratore Giuseppe Pignatone, adesso a Roma, dell'aggiunto Michele Prestipino, del pm Beatrice Ronchi, e dell'ex capo della squadra mobile Renato Cortese, sia che non siano vere, in quanto in un caso o nell'altro sono comunque coinvolti magistrati che ancora lavorano nel distretto di Reggio Calabria. Il pm del processo, Beatrice Ronchi, si è opposta all'acquisizione dicendo che vi sono accertamenti in corso ed invitando i giudici a rinviare la decisione all'esito degli stessi accertamenti. Dopo la decisione sul memoriale, il processo è andato avanti. (ANSA).
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