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Arresti a Scilla,
estorsioni a ditte
lavori autostrada

Francesco Nasone

Numerose estorsioni ad imprenditori locali ed interesse della cosca agli appalti dei lavori per l'ammodernamento dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria. Sono queste alcune delle principali attività della cosca di 'ndrangheta 'Nasone-Gaiettì di Scilla emerse nel corso delle indagini dei carabinieri di Reggio Calabria che stamane hanno arrestato sette persone per associazione mafiosa, estorsioni e intestazione fittizia di beni, entrambi aggravati dal metodo mafioso. Negli ultimi anni gli investigatori hanno registrato decine di danneggiamenti effettuati sul territorio per imporre la forza intimidatrice della cosca. Le indagini, coordinate dalla Dda di Reggio Calabria, hanno avuto inizio nel giugno del 2011 dopo l'arresto per estorsione di Giuseppe Fulco. Lo sviluppo investigativo aveva portato anche all'arresto di altre 17 persone ed al sequestro di beni. Dopo la raffica di arresti altri componenti della cosca si sarebbero presentati ad imprenditori, impegnati nei lavori di ammodernamento dell'Autostrada A3, prospettando la necessità di dover garantire adeguato sostentamento ai detenuti ed ai loro familiari. In particolare le indagini dei carabinieri hanno portato a scoprire una estorsione compiuta nell'aprile e maggio 2012 ai danni di una ditta alla quale era stato richiesto il pagamento di 500 euro mensili a titolo di tangente. Gli investigatori hanno compiuto anche accertamenti patrimoniali nei confronti delle persone arrestate ed hanno scoperto un ingente patrimonio che era il frutto del reimpiego del denaro proveniente dalle attività illecite. In particolare Matteo Gaietti avrebbe intestato ai suoi familiari tutti i beni acquistati in modo da evitare eventuali provvedimenti di sequestro. I particolari dell'operazione sono stati resi noti stamane nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato i vertici del comando provinciale dei carabinieri di Reggio Calabria, il procuratore Federico Cafiero de Raho ed il procuratore aggiunto Michele Prestipino. Gli inquirenti hanno più volte sottolineato la collaborazione di alcune delle vittime. Anche il Giudice per le indagini preliminari che ha emesso l'ordinanza di custodia cautelare, nel provvedimento, ha sostenuto che le attività "tecniche di intercettazione sono state valorizzate dalle dichiarazioni testimoniali rese dalle vittime, rappresentando una formidabile occasione storico-culturale, che si auspica imitabile nel mondo dell'imprenditoria che opera sul territorio". (ANSA)

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