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«Mi sono ritirato dall’asta per quell’appartamento sul Corso Garibaldi perchè dopo la prima udienza acquistarlo non era più un buon affare. C’erano troppi acquirenti e il prezzo era salito troppo»: una versione che Gioacchino Campolo, l’imprenditore noto come “il re dei videopoker” condannato per mafia a 16 anni di carcere, ripete all’infinito testimoniando nel processo “Meta” che si sta celebrando davanti al Tribunale collegiale presieduto da Silvana Grasso. Una versione dei fatti che Gioacchino Campolo ripeterà più volte e che, con altrettanto convinzione, sarà contestata e contrastata dal pm della Dda Giuseppe Lombardo. 
La difesa Crisalli Gioacchino Campolo, agli arresti domiciliari per gravi ragioni di salute, classe 1939, destinatario di una confisca beni degna di un nababbo, “il re dei videopoker” è ritornato in Tribunale come teste della difesa Crisalli, citato dall’avvocato Giuseppe Mazzetti

«Mi sono ritirato dall’asta per quell’appartamento sul Corso Garibaldi perchè dopo la prima udienza acquistarlo non era più un buon affare. C’erano troppi acquirenti e il prezzo era salito troppo»: una versione che Gioacchino Campolo, l’imprenditore noto come “il re dei videopoker” condannato per mafia a 16 anni di carcere, ripete all’infinito testimoniando nel processo “Meta” che si sta celebrando davanti al Tribunale collegiale presieduto da Silvana Grasso. Una versione dei fatti che Gioacchino Campolo ripeterà più volte e che, con altrettanto convinzione, sarà contestata e contrastata dal pm della Dda Giuseppe Lombardo. La difesa Crisalli Gioacchino Campolo, agli arresti domiciliari per gravi ragioni di salute, classe 1939, destinatario di una confisca beni degna di un nababbo, “il re dei videopoker” è ritornato in Tribunale come teste della difesa Crisalli, citato dall’avvocato Giuseppe Mazzetti

 

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