Luciano Lo Giudice, fratello del boss ex pentito Antonino ed a sua volta ritenuto la mente della presunta omonima cosca, è stato sottoposto al regime carcerario del 41 bis. Lo si è appreso nel corso dell'udienza celebrata a Reggio Calabria contro di lui e presunti affiliati. Il provvedimento era stato chiesto dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria in seguito al primo memoriale inviato da Antonino lo Giudice dopo essersi reso latitante dalla località protetta in cui si trovava. Lo Giudice, che si era autoaccusato, chiamando in causa anche Luciano, delle bombe fatte esplodere a Reggio nel 2010 contro la Procura generale e l'abitazione del procuratore generale, aveva ritrattato tutto dicendo di essere stato manovrato dalla Dda di Reggio. In particolare Nino Lo Giudice aveva fatto i nomi dell'ex procuratore Giuseppe Pignatone (oggi procuratore a Roma) dell' aggiunto Michele Prestipino (che a breve prenderà servizio come aggiunto anch'egli a Roma), del pm Beatrice Ronchi e dell'ex capo della mobile Renato Cortese, che oggi dirige la squadra mobile della capitale. Nell'agosto scorso Lo Giudice aveva inviato un nuovo memoriale ed un video a testate giornalistiche ad un avvocato, ribadendo la ritrattazione di tutte le accuse mosse nel periodo della sua collaborazione. (ANSA)
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