Ex direttori generali e dirigenti di banca di Roma sono stati rinviati a giudizio dal gup di Reggio Calabria con l'accusa di usura aggravata a conclusione di un'inchiesta nata dalle denunce dell'imprenditore Antonino De Masi di Gioia Tauro. Lo ha reso noto uno dei legali che assistono De Masi, l'avv. Giacomo Saccomanno. Il gup ha fissato per il 19 dicembre il processo nei confronti di Pietro Celestino Locati, Vincenzo Tagliaferro, Alessandro Maria Piozzi, Matteo Arpe e Roberto Marini. Si tratta, è scritto in una nota, di ''un'altra vittoria per il Gruppo De Masi che sta aprendo una strada importante nel campo delle illecità bancarie. La decisione è da ritenersi rilevante sotto l'aspetto giuridico, in quanto è stata superata l'eccezione della assenza di dolo specifico degli imputati, che aveva consentito ad un altro gruppo di dirigenti posti ai vertici di altre banche di usufruire di un provvedimento che ravvisava l'usura bancaria oggettiva, ma non individuava in costoro i responsabili, in relazione alla mancanza di prova sulla esistenza dell'elemento soggettivo. Altra questione importante decisa dal Gup è stata quella della commissione di massimo scoperto che, in applicazione del dettato della Corte di Cassazione, ha ritenuto che questa venga calcolata unitamente agli interessi ed alle spese, per come prescrive l'articolo 644 c.p.''. De Masi, conclude la nota, ha espresso ''il suo compiacimento per il risultato ottenuto, precisando che la battaglia è solo all'inizio di un necessario percorso virtuoso e che metterà tutte le sue forze per ottenere vera giustizia, non essendo possibile che un gruppo di potere, da ritenersi alla stregua dei criminali per i reati commessi, finora siano riusciti a farla franca''. (ANSA).
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