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Omicidio Vallelunga
colpi esplosi dal basso

Il tribunale di Locri

 I colpi mortali che hanno raggiunto Damiano Vallelunga, presunto boss dei “viperari”, ucciso il 27 settembre 2009 a Riace erano diretti «dal basso verso l’alto, esplosi da due armi diverse, un fucile e una pistola calibro 9, e hanno attinto la vittima lateralmente, da sinistra a destra, e da dietro nella zona del gluteo fino a raggiungere gli organi vitali, come se il soggetto si fosse piegato, provocando la morte». Lo ha dichiarato il dottor Massimo Rizzo, medico legale, sentito all’udienza del processo “Faida dei boschi”, davanti alla Corte d’assise di Locri (presidente Bruno Muscolo, a latere Concettina Garreffa). Il dottore Rizzo, su domande del pm Sara Ombra, ha esposto le conclusioni dell’esame autoptico, effettuato su incarico della Procura di Locri, che in un primo tempo si era occupata dell’agguato al presunto boss di Serra San Bruno, ucciso nei pressi del santuario di Riace, mentre stava tornando dal pellegrinaggio sotto una fitta pioggia.

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