Gli otto imprendibili. Ci sono anche tre reggini nella ridottissima lista dei latitanti di massima pericolosità sociale, i resti dell’elenco dei “Trenta” stilato dal Ministero dell’Interno-Direzione centrale della Polizia criminale. Accanto a Matteo Messina Denaro, il boss siciliano che ad oggi è la “primula rossa” per eccellenza, ci sono anche Rocco Morabito di Africo, Giuseppe Giorgi di San Luca, Ernesto Fazzalari di Taurianova. Tutti e tre elementi di primo piano della ’ndrangheta di Reggio Calabria. Tutti e tre nel mirino della Procura distrettuale antimafia e dei segugi del Comando provinciale dei carabinieri e della Squadra Mobile della Questura. Stessa sorte riservata ad Antonio Pelle, “la mamma”, il boss evaso dall’ospedale di Locri e personaggio chiave della faida di San Luca.
I SUPER LATITANTI. Rocco Morabito, classe 1966, reggino di Africo, è ricercato dal 1994 per associazione di tipo mafioso e traffico di sostanze stupefacenti. Deve espiare la pena a 30 anni di reclusione. Dal 10 febbraio 1995 sono state diramate le ricerche in campo internazionale. Per gli inquirenti è uno dei narcotrafficanti al top dei business della droga condotti dalle ’ndrine della Locride. Giuseppe Giorgi, classe 1961 di San Luca, è ricercato dal 1995 per associazione mafiosa finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, armi, estorsioni e omicidi. Deve espiare la pena a 17 anni di reclusione. Il 25 maggio 1995 sono state diramate le ricerche in campo internazionale. Conosciuto con il nomignolo “u capra” è affiliato alla cosca Romeo, genero del capobastone Sebastiano Romeo. Secondo il pentito Francesco Fonti anche lui è stato coinvolto anche nello smaltimento illegale di rifiuti tossici e radioattivi. Per gli inquirenti Giorgi vivrebbe ormai stabilmente in Germania. Ernesto Fazzalari, classe 1969 di Taurianova. È ricercato dal 1996 per associazione mafiosa, omicidio, traffico di sostanze stupefacenti, armi, rapina. Deve espiare la pena dell’ergastolo. Dal febbraio 2004 è ricercato in campo internazionale. Fuori dalla top-lista soltanto perchè l’ex ministro dell'Interno Roberto Maroni la chiuse convinto di estinguerla entro la conclusione del suo mandato, ma è tra i super latitanti anche Giuseppe Pelle, classe 1961 di San Luca. È svanito nel nulla nel settembre 2011 dall’ospedale di Locri dove era stato ricoverato per una gravissima forma di anoressia che l'aveva portato a rischio della vita. Sul suo capo pende una condanna a 13 anni di reclusione per associazione mafiosa, da personaggio di vertice della cosca di famiglia.
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