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Il rischio sanitario
cresce con le temperature

  La preoccupazione sale assieme alla colonnina di mercurio. La combinazione delle temperature primaverili di questi giorni e l’emergenza rifiuti fa lievitare i rischi per la salute pubblica. I miasmi che salgono dai “muri” di immondizia si mischiano alla puzza di spazzatura bruciata e alla diossina che si sprigiona dai roghi che vengono appiccati da un angolo all’altro della città, impegnando in operazioni febbrili i vigili del fuoco. Di media durante la giornata si contano almeno una decina di interventi, solo ieri gli uomini del comando provinciale sono stati impegnati in via Messina, al cimitero di Gallina, all’argine del Calopinace e dell’Annunziata. Media che aumenta nelle ore serali. Intanto le operazioni di raccolta dai punti sensibili proseguono, Sambatello è arrivata a quota 650 tonnellate e ieri gli operatori dell’Avr hanno continuato a liberare le aree strategiche della città. Da via Paolo Pellicano e via Tripepi, da Trunca a Gallico Superiore e Catona. E le sorprese non sono mancate. Nella centrale via Demetrio Tripepi assieme ai rifiuti gli operatori dell’Avr hanno trovato anche materiali inerti e il box doccia con idromassaggio, mentre in via Palamolla sono stati rinvenuti pezzi di ponteggio, travi di legno e sabbia. Testimonianza che il senso civico dei reggini non dà sintomi di un’auspicato risveglio. «L’80% del materiale che stiamo raccogliendo è riciclabile » dicono. In barba alla differenziata. Tanto che c’è da chiedersi se il ruolo degli ispettori ambientali sia solo quello di riprendere e sanzionare i cittadini che in mezzo all’emergenza generale e con la raccolta ferma dai primi di febbraio, si “per - mettono” di buttare la spazzatura fuori dalla fascia oraria prevista.

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