
Marciano sul corso Garibaldi armati di speranza. Sono in circa 300 e ci credono davvero che questa città possa uscire dal baratro. Vogliono riprendersela o almeno così recitano i cartelli che portano appesi al collo. Sono gli adepti di “Reggionontace” che ancora una volta sono scesi in piazza convinti che una marcia possa richiamare l’attenzione delle istituzioni, intimorire i boss della ’ndrangheta e scuotere le coscienze dei cittadini. Dei primi neppure l’ombra, i secondi si staranno ancora facendo una risata, i cittadini sono gli stessi che ieri sera sul corso Garibaldi hanno continuato a passeggiare sul corso nella più totale indifferenza. A ben vedere sono ormai 4 anni che “Reggionontace” promuove incontri, manifestazioni, cortei, contro la malavita organizzata e il malaffare. Esattamente da quella notte di gennaio 2010 quando una bomba fu fatta saltare all’esterno degli uffici della Procura in via Cimino. Da allora la situazione in città è drasticamente precipitata, con numerosi attentati di sangue, auto incendiate, racket, attività commerciali saltate in aria e dulcis in fundo, un Comune commissariato per contiguità con la ’n d r a ngheta. Ieri sera l’ultima manifestazione pubblica, con la quale “Reggionontace” ha voluto anche manifestare solidarietà al titolare dell’a t t ività commerciale fatta saltare in aria la sera dello scorso 3 marzo. Lo ha fatto con un corteo partito alle 18 da piazza De Nava e giunto in via Miraglia, luogo dove è fatta saltare la bomba all’i nterno della “Degustazione Romeo”. Presenti anche i titolari de negozio preso di mira dalla criminalità organizzata e, giunto dalla dirimpettaia Messina, il sindaco della città peloritana, Renato Accorinti.
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