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Maxi sequestro cocaina
vale 400 milioni

Avrebbero fruttato circa 400 milioni di euro, una volta immesse sul mercato al dettaglio, le due tonnellate di cocaina sequestrate in due anni di indagini dai finanzieri del Goa di Catanzaro. I sequestri hanno arrecato ingenti perdite economiche alle organizzazioni. La cocaina, infatti, veniva pagata in Sud America al prezzo base di circa 4.000 al chilogrammo, per cui gli acquisti non andati a buon fine hanno comportato esborsi in danaro per oltre 6 milioni. Nel contempo, una volta lavorata e immessa in commercio, la droga sequestrata avrebbe fruttato circa 200 milioni di euro all'ingrosso e 400 milioni di euro al dettaglio.
In particolare sono stati sequestrati 169 chili di coca in Brasile il 17 agosto del 2012 e, nel corso dello stesso anno, 313 nel porto di Leixoes (Portogallo), 118 nel porto di Gioia Tauro e 76 nel porto di Gioia Tauro. Nel 2013 sono stati sequestrati 100 chili di cocaina nel porto di Valencia (Spagna), 191 nel porto di Anversa (Belgio), oltre cinquecento nel porto di Gioia Tauro e 108 in Brasile.
Un sodalizio criminale di matrice 'ndranghetista collegato alle cosche Ietto, Cua, Pipicella operanti sulla fascia ionica reggina, che acquistava e importava dal Sud America enormi quantitativi di cocaina a bordo di navi mercantili provenienti principalmente dal Brasile e dal Perù. E' questo il filone italiano dell'operazione congiunta coordinata dalle autorità giudiziarie di Reggio Calabria e del Brasile che ha portato a 44 arresti ed al sequestro, in due anni di indagini, di due tonnellate di cocaina.
Il sodalizio aveva come promotore e direttore Pasquale Bifulco, indicato dagli investigatori come un soggetto con consolidata esperienza nel narcotraffico, che avrebbe gestito personalmente i rapporti con i fornitori sudamericani, avvalendosi della collaborazione di Vito Francesco Zinghinì.
Quest'ultimo si è recato più volte in Sud America, rimanendovi anche per lunghi periodi, per concordare le modalità di importazione della droga e, una volta rientrato in Calabria, riferiva al capo gli esiti delle trattative. Zinghinì si preoccupava anche di individuare i canali di smistamento della cocaina in Italia insieme a Fabrizio Matteo Nardella e ad altri soggetti operanti nell'hinterland torinese e nel resto del nord Italia. Bifulco sarebbe entrato in contatto con altre organizzazioni di narcotrafficanti, tra cui quella operante in Olanda e capeggiata dal montenegrino Vladan Radoman con il quale ha realizzato una vera e propria joint venture per l'acquisto e il trasporto della cocaina dal Sud America. (ANSA)

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