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Processo Meta: ecco le condanne

Pesanti condanne sono state inflitte dal Tribunale di Reggio Calabria a 17 persone ritenute capi e gregari delle principali cosche di 'ndrangheta di Reggio a conclusione del processo di primo grado, iniziato tre anni fa, denominato "Meta". Le condanne variano dai 27 ai 3 anni di reclusione. Tra i condannati a pene variabili da 20 a 27 anni, figurano Giuseppe De Stefano, Pasquale Condello, detto "il supremo", il cugino Domenico, Antonino Imerti, Giovanni Tegano e Pasquale Libri.

La sentenza è stata emessa in tarda mattinata, dopo cinque giorni di camera di consiglio. Al momento della lettura, la pubblica accusa è stata rappresentata da Francesco Tedesco, in sostituzione di Giuseppe Lombardo, il pm che ha condotto il processo, assente per sopraggiunti impegni professionali. Gli imputati sono stati condannati per i reati, contestati a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione aggravata e tentata, minacce e aggressione. Il Tribunale ha condannato a 27 anni di reclusione, riconoscendone il ruolo di capo crimine della 'ndrangheta di Reggio Calabria, Giuseppe De Stefano, figlio del boss assassinato Paolo De Stefano. Ventitre anni sono stati inflitti a Domenico Condello e Francesco Bertuca, il primo cugino del boss Pasquale Condello, detto "il supremo", ed il secondo capo del ''locale'' di Villa San Giovanni; 21 anni ad Antonino Imerti, cugino omonimo del boss ''nano feroce''; 20 anni a Pasquale Condello, Giovanni Tegano e Pasquale Libri che con Giuseppe De Stefano, secondo l'accusa, costituiscono il ponte di comando per la 'ndrangheta di Reggio Calabria; 18 anni di reclusione sono stati inflitti a Giovanni Rugolino, indicato come il capo del ''locale'' di Catona; 17 anni al boss di Sinopoli Cosimo Alvaro; 16 anni a Francesco Creazzo e Domenico Passalacqua; 13 anni a Natale Buda; sei anni all'imprenditore Antonino Crisalli; quattro anni al medico Rocco Palermo; tre anni ad Antonio Giustra e Carmelo Barbieri. Il Tribunale ha poi decretato il non doversi procedere per sopraggiunta morte per Luciano Chirico. Riconosciuto un risarcimento danni superiore ai due milioni di euro per il Comune e la Provincia di Reggio Calabria e la Regione Calabria, che si erano costituiti parte civile. (ANSA).

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