
Dodici motivi che rendono illegittima la richiesta d’integrazione della bolletta dell’acqua. La sentenza del giudice di pace Giandomenico Foti conferma quanto l’Unione consumatori Calabria ha sostenuto fin dall’arrivo delle cartelle. Non solo la sentenza che accoglie il ricorso proposto da Teresa Morello e Pia Basile, legali dell’Unione nazionale consumatori Calabria, si allarga alla depurazione condannando il Comune sia alla restituzione dell’importo che al pagamento delle spese di giudizio. Insomma «una sentenza destinata a lasciare il segno, sia perché coinvolge tutti i cittadini che all’inizio del 2013 hanno ricevuto l’avviso di pagamento di integrazione tariffaria del canone acqua riferito all’anno 2012, sia per le molteplici violazioni legislative in cui è incorsa la commissione de Comune nell’applicare tale integrazione tariffaria, riportate nelle motivazioni della sentenza, che hanno determinato l’illegittimità e l’annullamento della richiesta» sostiene il presidente regionale dell’associazione Saverio Cuoco. Del resto l’associazione la battaglia l’ha sostenuta fin dalla prima ora «l’illegittimità degli aumenti e la gravosità degli stessi (gli importi ammontavano a circa 250-300 euro per una famiglia) a fronte di una erogazione di acqua che permaneva e permane tuttora in diverse zone, della città, qualitativamente precaria».
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