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Tra i documenti
sequestrati vi sono
contenuti delicati

Una chiavetta e altro materiale informatico dai contenuti «sensibili e delicati» sono al vaglio degli investigatori della Dia di Reggio Calabria e dei magistrati che coordinano le indagini sui presunti aiuti all’ex parlamentare di Fi Amedeo Matacena a sottrarsi alla condanna a 3 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Il materiale è stato sequestrato - come scrivono oggi Repubblica e il Quotidiano del sud - nel corso di una seconda perquisizione disposta nelle pertinenze di Imperia dell’ex ministro Claudio Scajola per il quale, proprio ieri, il gip Olga Tarzia ha disposto il processo immediato insieme alla moglie di Matacena Chiara Rizzo, il factotum dell’ex politico Martino Politi e le segretarie di Scajola e dell’armatore reggino, Roberta Sacco e Maria Grazia Fiordalisi. La seconda perquisizione, secondo quanto si è appreso in ambienti vicini alle indagini, risale alla fine del maggio scorso, nello stesso periodo in cui i pm titolari dell’inchiesta, il sostituto nazionale antimafia Francesco Curcio ed il pm della Dda reggina Giuseppe Lombardo, si recarono nella villa di Imperia di Scajola per un primo esame delle centinaia di faldoni trovati nella tavernetta e sequestrati in occasione delle perquisizioni fatte il giorno degli arresti, l’8 maggio. Tra quel materiale gli investigatori trovarono riferimenti ad altro materiale che invece non figurava agli atti. Da qui la decisione di procedere ad una seconda perquisizione. Nello studio di Scajola, nel centro di Imperia, gli investigatori della Dia hanno trovato, in un vano ricavato dietro ad un quadro, una pennetta usb ed altro materiale informatico che è stato sequestrato. Adesso, su quel materiale, sono al lavoro sia gli investigatori che la Dia per stabilire il contenuto, parte del quale, ad una prima analisi, potrebbe avere interesse per l’inchiesta. (ANSA).

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