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Pignoramento milionario
a Palazzo S. Giorgio

 Il nuovo sindaco, che tra qualche settimana si insedierà a Palazzo San Giorgio, troverà un bel regalo di benvenuto: un pignoramento di oltre 36 milioni di euro. Mittente: l’impresa Lafatre, che nel mese di giugno 2013 ha vinto un arbitrato milionario (oltre 26 milioni) con il Comune in merito ai lavori, mai terminati e mai collaudati, del Centro agro-alimentare di Mortara, poi occupato dagli operatori ortofrutticoli su cui oggi pende un provvedimento esecutivo di sgombero. La Lafatre srl, subito dopo il vittorioso lodo, ha presentato al Tribunale di Roma un atto di pignoramento presso terzi contro il Ministero delle Infrastrutture e ha già ottenuto il primo risultato certificato dalla Tesoreria dello Stato che ha dovuto accantonare l’intera cifra. Milioni che, ovviamente, saranno sottratti al “Decreto Reggio” e dunque alla nostra collettività. Ma pare che sia sorto anche un contenzioso tra Ministero e Comune su chi effettivamente debba onorare il lodo perso, e allora – in attesa che si chiarisca questo rimpallo di responsabilità –, la Lafatre ha notificato il pignoramento anche a Palazzo San Giorgio. Un’altra tegola, dunque, che si va ad aggiungere alle già disastrate casse comunali e che nuoce gravemente al progetto integrato di Mortara, che era stato definito come «il più qualificante dell’intero Decreto Reggio». Un’opera che avrebbe dovuto segnare in maniera indelebile l’aspetto e la crescita della città e migliorato sensibilmente la qualità della vita dei reggini. Immaginate cosa avrebbe significato per Reggio potere finalmente disporre di un moderno mattatoio – al momento esistono solo i pilastri – e di un canile municipale funzionante (ne avrebbero sicuramente guadagnato la salute dei cittadini e le casse di Palazzo San Giorgio) per tacere dei vantaggi innegabili che avrebbero prodotto alla città la delocalizzazione dei marcati generali (da via Aspromonte, pieno centro storico, alla periferia sud) e della sede dell’Atam. Quali spazi sarebbero stati aperti nel cuore della città che si sarebbe potuta dotare di parcheggi e aree verdi... Dopo un quarto di secolo – era il 1989 quando il Parlamento approvò la legge 246 in favore della nostra città –, oggi ci ritroviamo a parlare ancora solo di splendidi sogni e di fugaci chimere, perché a Mortara resta soltanto una grande incompiuta che non ha apportato alcun beneficio alla città ma in compenso ha dato molto ad alcuni imprenditori. È il caso della Lafatre srl che, dopo avere chiuso il cantiere di Mortara e lasciato l’opera incompiuta, ha aperto un contenzioso con il Comune che è stato definito con un giudizio arbitrale che le ha dato ragione su tutta la linea. E, in attesa di riscuotere i milioni, ha notificato il pignoramento.

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