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Spedizione punitiva, donna picchiata brutalmente

 Aggredisce e ferisce al capo una donna a Gioia Tauro e scappa. È avvenuto nella tarda mattinata di domenica al quartiere Eranova, ma l’aggressore è stato identificato e localizzato dai carabinieri che lo hanno arrestato a Rosarno ed è finito al carcere di Palmi. È un giovane esponente della famiglia Pesce, Antonino Pesce, 32 anni, precedenti penali alle spalle, detto “pecora”, figlio di Giuseppe, morto alcuni anni addietro ed indicato dalle forze dell’ordine come uomo di spicco dell’omonimo clan. Antonino Pesce è stato arrestato dai carabinieri in località “Testa dell’acqua” di Rosarno mentre era alla guida di una Fiat Panda, intestata alla moglie, con la quale, qualche ora prima, in compagnia di alcune persone aveva raggiunto Gioia Tauro. Qui si è introdotto nell’abitazione di una casalinga di 49 anni, della quale non sono state fornite le generalità, con la quale, per motivi tutti da chiarire, ha ingaggiato una violentissima discussione. Al culmine della stessa, malgrado fossero presenti alcuni congiunti della donna, non ha esitato a colpirla al capo col calcio di una pistola, prima, e con un mattone, dopo, dandosi quindi alla fuga. I carabinieri sono stati informati grazie alla telefonata di un abitante di via Castiglia, una delle strade che attraversano il quartiere Eranova, per cui sono subito giunti sul posto. La donna, trovata in una pozza di sangue e in stato confusionale, è stata portata in ospedale dove è stata ricoverata, con una prognosi di sette giorni, per trauma cranico, contusioni multiple e una ferita lacero-contusa al capo. Sulla base della descrizione, fornita da qualche testimone, della vettura sono iniziate le ricerche di Antonino Pesce che hanno spinto i carabinieri del nucleo radiomobile e dei reparti operativi della Compagnia di Gioia Tauro fino a Rosarno. La Panda di colore scuro è stato localizzata nella zona di “Testa dell’acqua”. La vettura è stata fermata e Pesce dichiarato in arresto. Il sostituto di turno presso la Procura di Palmi, dott. Lanzetta, ha disposto il trasferimento al carcere. Lo stesso risponde di lesioni personali aggravate, minacce gravi, violazione di domicilio aggravato e porto e detenzione illecita di arma da fuco. Sul movente alla base del grave gesto, come informa una nota dell’Arma, vige il più stretto riserbo da parte degli investigatori che restano impegnati in ulteriori indagini e in accertamenti destinati a chiarire ogni possibile risvolto legato alla causale dell’aggressione. Antonino Pesce sarà sottoposto nel pomeriggio di oggi all’interrogatorio di garanzia da parte del Gip.

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