
Due secoli e dieci anni di galera. La Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria ha presentato un conto salatissimo nei confronti della cosca Ascone, la ’ndrina emergente di Rosarno. Il pm Roberto Di Palma, memoria storica dell’Antimafia reggina nell’opera di contrasto alle cosche della Piana di Gioia Tauro, ha concluso con piglio severo l’analitica requisitoria davanti al gup di Reggio Calabria, Antonio Scortecci. Pene severe – con picchi di 16 anni di carcere (tenendo conto dello sconto di un terzo della pena trattandosi di un giudizio con il rito abbreviato) – in riscontro ad una serie di pesantissime ipotesi di reato: associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni, oltre a detenzione illegale di armi, favoreggiamento ai latitanti, ricettazione, riciclaggio, danneggiamento e rapina. Una raffica di reati, nella stragrande maggioranza dei casi, aggravati dalle modalità mafiose. Nel dettaglio le richieste di condanna del processo “All Inside 3”: Alessandro Ascone, 11 anni di reclusione; Antonio Ascone, 16; Francesco Ascone, 14; Gioacchino Ascone, 11 anni e 6 mesi; Michele Ascone, 12,6; Salvatore Ascone, 13; Vincenzo Ascone, 16. Ed ancora: Giuseppe Bonarrigo, 10 anni; Damiano Consiglio, 11; Carmela Fiumara, 12; Francesco Fiumara, 11; Vincenzo Fiumara, 11; Damiano Furuli, 11; Rocco Furuli, 11; Orlando Galatà, 5,6; Angelo Giordano, 11; Aldo Nasso, 11; Rocco Scarcella, 12 anni. Un’inchiesta di particolare rilevanza la cosiddetta terza tranche della maxi-inchiesta “All Inside”. Nel mirino della Dda reggina ancora una volta le cosche che stringono in una morsa asfissiante la città di Rosarno. Sullo sfondo le famiglie egemoni, i Pesce e Bellocco, mentre gli 007 del comando provinciale dei carabinieri svelavano l’ascesa verso le massime gerarchie mafiose degli Ascone. Un’inchiesta che ha svelato la contrapposizione violenta con la famiglia Sabatino, regolata nel sangue in un’altalena di agguati e spedizioni di morte, che ha visto i Pesce protagonisti di azioni di fuoco contro gli Ascone, schierati dalla parte dei Bellocco. Una faida sanguinaria che a partire dall’estate del 2007 ha scritto pagine di morte e terrore a Rosarno. La nuova geografia mafiosa di Rosarno è da tempo messa in risalto dagli inquirenti. Per i magistrati della Dda di Reggio «i “Pesce” ed i “Bellocco” costituiscano tuttora due poli intorno ai quali gravitano altre cosche, ad esse collegate sia da legami di parentela che da cointeressenze affaristiche. È emerso che non si tratta di poli contrapposti, ma ognuno dei due sodalizi costituisce baricentro di interessi di tipo economico e criminale e, anche in presenza di sovrapposizione di interessi, le due articolazioni territoriali della ’ndrangheta si sono adoperate per evitare che si creassero fratture ed anzi sono intervenute per ricomporre gli attriti creatisi tra le cosche satelliti ». Un dato centrale della requisitoria del pm Roberto Di Palma.
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