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Un patto con i cittadini per rendere pulita Reggio

 Un patto con la città per dimostrare che non esiste lo sporco impossibile. Ruota tutto attorno ai reggini il “Servizio di igiene urbana” presentato ieri mattina a Palazzo San Giorgio nel corso di una conferenza stampa. Obiettivo una Reggio finalmente pulita. Ma non solo. La sfida è quella di trasformare un problema in una opportunità. «Vogliamo guardare al rifiuto come risorsa economica attraverso il suo riutilizzo», spiega l’assessore alle Politiche ambientali Nino Zimbalatti. E allora, via con la “differenziata spinta”. Una decisa accelerazione per provocare un salutare choc collettivo puntando sul ripristino del senso civico. Sollecitato dalle premialità e anche, forse soprattutto, da un regime di sanzioni diretto a scoraggiare comportamenti scorretti ormai consolidati in una larga fascia della popolazione. Intendiamoci: il cittadino in questa “sporca” vicenda dei rifiuti, è parte lesa. Due volte: perché è costretto a vivere in mezzo alle schifezze e perché, per godersi il... panorama, paga tributi folli. Lo diciamo per non confondere le vittime con i colpevoli. I colpevoli dello scempio, a Reggio come in quasi tutta la Calabria, sono da ricercare nella politica e nella burocrazia regionale e, in particolare, in quindici anni di scandalosa gestione commissariale dell’eterna emergenza affidata a superpagati e incapaci prefetti, questori, generali in pensione. Figure scelte da politici pavidi che così pensavano di mettere il coperchio ad ogni possibile tentativo di infiltrazione illegale nel settore. Il risultato si è visto: la spazzatura ha sommerso le città e nessun livello è stato alzato rispetto all’inquinamento del malaffare. Acqua passata, ma la spazzatura resta sulle strade e reclama interventi senza anestesia. Zimbalatti pensa di raggiungere entro il 2015 la percentuale del 35 per cento di raccolta differenziata. Ancora insufficiente, certo, rispetto alla media nazionale che è del 45, ma tanta roba se si considera che quella delle regioni meridionali non supera il 30 e che Reggio parte da un misero 8-9 per cento. Introdotte da Claudio Nardè, amministratore delegato di Avr, le modalità dell’operazione vengono illustrate dal responsabile settore Ambiente della stessa società, Veronica Gatto: «Abbiamo deciso di avviare il “porta a porta” perché, nelle vicinanze, funziona. Il concetto è che “chi meno inquina meno paga”. Non abbiamo più scuse. La partecipazione della comunità è imprescindibile ed esige una “responsabilità civile”. Vogliamo stipulare una sorta di contratto con i cittadini. Pensiamo di registrare i primi segni apprezzabili tra aprile e maggio prossimi». Il sindaco Giuseppe Falcomatà, annunciando di voler chiedere sostegno alle associazioni ambientaliste, è perentorio: «Se i reggini non si mettono in testa che devono fare la loro parte, la politica da sola non può nulla. Noi siamo determinati. Aumenteremo i controlli e non faremo sconti a nessuno. Indietro non si torna. La ricreazione è finita». Dopo le feste natalizie, ai reggini saranno consegnati i nuovi contenitori (con i colori imposti dall’Europa) e fornite tutte le notizie utili a svolgere bene il loro compito. Informazioni riassunte in un opuscolo distribuito in conferenza ai giornalisti. La calamita per invogliare tutti a collaborare è rappresentata dagli sgravi fiscali. Un motivo più che valido. Forse per questo, nell’opuscolo, causa una svista, la parola tassazione è scritta con due zeta. Ma è meglio eliminarne una, visto che la pubblicazione entrerà nelle scuole e finirà nelle mani degli alunni... 

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