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Niente depurazione, mare “vietato” in 14 località

 Una situazione che sta evidenziando dei segnali - qualcosa cioè che appare ancora lontano dall’auspicata (e necessaria) inversione di tendenza - confortanti. Con la stagione estiva ormai alle porte entra nel vivo anche la costante azione di monitoraggio dell’Arpacal, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, della qualità delle acque di balneazione. Numeri e dati che, al di là di ciò che da soli rappresentano, sono anche un modo per “raccontare” il lavoro fatto, in quale modo è stato portato avanti e, soprattutto, quanto e cosa rimane ancora da fare. La risposta a quest’ultima domanda è forse la più sbrigativa: tanto. Presentando ieri mattina nel “Salone dei Lampadari” di Palazzo San Giorgio i dati del monitoraggio relativi allo scorso anno - indispensabile elemento di comparazione per quelli che via via verranno resi disponibili da qui ai prossimi mesi - è infatti emerso che le coste reggine ancora oggi evidenziano, tra quelle dell’intera regione, rilevanti criticità. Si tratta di circa 200 chilometri di litorale che vengono scandagliati dai tecnici dell’Arpacal, in raccordo con la Guardia costiera, attraverso prelievi a cadenza periodica programmata tra aprile e settembre in oltre 160 punti diversi.

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