Quattro presunti esponenti di una delle cosche più potenti della 'ndrangheta, i Piromalli, sono stati sottoposti a fermo, a Gioia Tauro, dai carabinieri della Compagnia insieme a quelli dello Squadrone eliportato Cacciatori "Calabria", della Compagnia Speciale e di unità cinofile del Goc di Vibo Valentia, e da personale della Squadra Mobile di Reggio Calabria. I quattro, Biagio Guerrisi, di 51 anni, Rocco Ivan Stillitano (52) e Francesco Cosoleto (37), sono stati fermati in esecuzione di un decreto della Dda di Reggio Calabria perché accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, concorso in omicidio e tentato omicidio pluriaggravato, porto e detenzione illegale di armi, estorsione e danneggiamento, reati tutti aggravati dalle metodologie mafiose. Le indagini, che si sono avvalse anche del contributo di alcuni collaboratori di giustizia sviluppate autonomamente sotto il coordinamento della Dda, avrebbero messo in luce l'appartenenza dei quattro, alcuni con ruoli apicali, alla cosca la cui attività è finalizzata allo sfruttamento delle risorse economiche del territorio attraverso o la partecipazione alle stesse, acquisendone direttamente o indirettamente la gestione e il controllo, o con la riscossione di somme di denaro a titolo di estorsione. Gli investigatori avrebbero documentato numerose estorsioni, consumate e tentate, nonché alcuni danneggiamenti seguiti da incendio o perpetrati mediante l'esplosione di colpi d'arma da fuoco, effettuati nel medesimo contesto a scopo intimidatorio in danno degli operatori economici. E' stato, inoltre, ricostruito come la cosca, con la disponibilità di armi, al fine di realizzare il controllo egemonico sul territorio, abbia realizzato accordi con organizzazioni criminose omologhe sopprimendo tutti coloro che si opponevano, oltre ad avere commesso delitti contro il patrimonio, contro la vita e l'incolumità individuale e in materia di armi. I fermati sono stati condotti nel carcere di Palmi. (A.A.)
Caricamento commenti
Commenta la notizia