Undici imputati, undici richieste di condanna della Procura. È salato il conto presentato dal pubblico ministero Giovanni Calamita nei confronti della gang del “cavallo di ritorno”, il gruppo di nomadi del rione Ciccarello che rubavano autovetture e chiedevano - spesso ottenendolo - un “pizzo” per la restituzione del mezzo ai legittimi proprietari.
Davanti al Gup Barbara Bennato è stata completata ieri la requisitoria del pm. Che, a margine della ricostruzione dell’indagine, ripercorrendo il vorticoso giro di furti di autovetture e le relative richieste estorsive, ha chiesto 11 condanne per complessivamente 56 anni e mezzo di carcere. Sollecitando il Tribunale ad infliggere pene variabili dai 2 anni e 2 mesi ai 6 anni di galera, a seconda dei diversi profili di responsabilità. Le accuse ipotizzate dalla Procura sono associazione semplice, tentata estorsione, ricettazione e favoreggiamento. Con l’aggravante, condivisa da tutti gli imputati, della recidiva specifica.
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