Condanne per 180 anni di reclusione sono state disposte dal gup distrettuale di Reggio Calabria nei confronti di 21 imputati del processo denominato “Morsa sugli appalti pubblici”, che si è definito con le forme del rito abbreviato.
Il giudice, Domenico Santoro, ha mandato assolto altri 18 imputati. La procura distrettuale antimafia ha concluso chiedendo oltre tre secoli di carcere per tutti gli imputati, accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso, reati di estorsione e tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, ed ancora reati in materia di sostanze stupefacenti, favoreggiamento personale, corruzione elettorale, detenzione di arma, turbativa d’asta ed altro.
Nel corso della requisitoria il pm Antonio De Bernardo, della Dda reggina, ha ripercorso gli esiti della maxi inchiesta eseguita in particolare dagli investigatori della polizia, su alcuni tentativi di estorsione, relativamente a dei lavori ricadenti nel territorio di Siderno, dove secondo le risultanze investigative viene ipotizzata una presunta un’ingerenza nel settore degli appalti pubblici e la presenza della c.d. “regola della competenza territoriale” di soggetti collegati con delle consorterie che prevedevano, tra l’altro, il pagamento di una tangente che generalmente veniva quantificata nel 3% del totale dell’opera che doveva essere realizzata.
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