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“Reghion”, l’ex triade prefettizia sotto esame

“Reghion”, l’ex triade prefettizia sotto esame

L’inchiesta “Reghion” e le omissioni del passato e non solo. Alla luce dell’arresto di funzionari del Comune, tra i quali anche il super dirigente dell'ufficio tecnico Marcello Cammera, adesso la commissione parlamentare antimafia guidata da Rosy Bindi vuole vederci chiaro e vuole capire il perché quasi tutte le segnalazioni su alcune anomalie riscontrate negli uffici non sono state sanate. L’organismo parlamentare adesso vuole chiedere conto agli ex commissari straordinari del Comune, Gaetano Chiusolo, Giuseppe Castaldo e Carmelo La Paglia sul perché Marcello Cammera che era stato oggetto di precise segnalazioni ma non è stato spostato da quell’incarico. Questo quanto è trapelato da ambienti romani nella giornata di ieri. Era esattamente il 2 luglio del 2014 quando a Reggio in una missione della commissione antimafia erano stati chiesti interventi immediati su una serie di dirigenti di Palazzo San Giorgio. Ma la permanenza della commissione straordinaria inviata dallo Stato nell’ottobre del 2012 per bonificare l’Ente da presunti condizionamenti della ’ndrangheta non ha portato precisi provvedimenti in tal senso. Cammera è rimasto al suo posto, e soprattutto in generale, la rotazione dei dirigenti (peraltro imposta per legge) non ha avuto seguito. Ecco che nelle prossime settimane dovrebbero arrivare a Roma gli ex membri della commissione per chiarire quella vicenda che poi è stata seguita con attenzione dalla Procura della Repubblica arrivando all'esplosione a metà luglio scorso.

La presidente Bindi era stata chiara nelle settimane scorse a ribadire che «fin dalle prime missioni a Reggio Calabria la nostra Commissione, sulla base della relazione prefettizia che aveva portato allo scioglimento del Comune e di numerose audizioni, aveva chiesto ai responsabili della gestione straordinaria di intervenire sulle posizioni di potere di alcuni funzionari e dirigenti, tra cui Marcello Cammera, che con i loro comportamenti opachi avevano aperto varchi alle imprese contigue agli ambienti mafiosi». Oltre alle parole della Bindi rimane il dato che in rilievo c’èquello di una legge, quella sullo scioglimento degli Enti locali per infiltrazione della criminalità organizzata, che non prevede azioni dirette sulla burocrazia che rimane intatta nei posti di vertice. Un neo che dovrebbe essere risolto perché oltre alla politica collusa, c’è anche il problema gestionale degli Enti che spesso frena di più l’azione amministrativa e la voglia di cambiamento.

Ma ci sarebbe anche la volontà della commissione antimafia di procedere più in generale sui successivi provvedimenti dell’Ente quando a governare il Comune è arrivato il centrosinistra guidato dal sindaco Falcomatà. Cammera, infatti, nella rotazione dei dirigenti è stato spostato dal settore lavori pubblici a quello dello Sport e Cultura mantenendo importanti settori quali la manutenzione degli impianti sportivi oltre che degli edifici scolastici. Oltre a essere rimasto a guidare importanti appalti già avviati.

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