I finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, con il supporto di quelli di Napoli, hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare nell'ambito dell'operazione Vulcano che ha colpito un'associazione finalizzata al traffico internazionale di cocaina per conto delle cosche Molè, Piromalli, Alvaro, Crea e Pesce. Dodici arrestati erano stati sottoposti a fermo il 9 luglio scorso e nei loro confronti il gip ha convalidato ed emesso un'ordinanza. I nomi di altre tre persone sono venuti fuori nel corso delle indagini. Si tratta di Giovanni Manglaviti, di 52 anni, titolare di fatto di una società di commercio al dettaglio di prodotti surgelati, Achille Rocco Scutellà (28) e Giuseppe Pataffio (27). Questi ultimi 2 erano già detenuti per altra causa. L'inchiesta Vulcano, condotta dal Goa del Gico del Nucleo di polizia tributaria di Reggio, ha portato al sequestro di 80 chili di cocaina trovata in uno dei 1500 container imbarcati sulla "MSC Poh Lin" sequestrata il 7 luglio scorso e perquisita.
Le indagini hanno permesso anche di accertare una nuova metodologia d'importazione dello stupefacente, che prevedeva - grazie al diretto coinvolgimento del comandante della cargoship MSC Poh Lin - il trasbordo del carico direttamente in mare su un'altra imbarcazione e non più, come avvenuto finora, attraverso il metodo del cosiddetto rip-off, con l'estrazione dei borsoni contenenti la cocaina direttamente all'interno del porto. La minuziosa organizzazione del trasbordo, secondo gli investigatori, è testimoniata da diversi "pizzini" trovati nella cabina del comandante, sui quali erano appuntati la dicitura "80 kg" con l'indicazione del numero del container sul quale la droga era inizialmente stata caricata, nonché uno schema riepilogativo delle varie fasi attraverso cui si sarebbe dovuta articolare l'operazione di trasbordo che sarebbe stata attuata anche mediante lo spostamento fisico della cocaina a un nuovo container, il cui numero sarebbe stato tempestivamente comunicato dallo stesso comandante all'organizzazione. A tal fine, per garantire l'inviolabilità delle comunicazioni relative ai traffici, i componenti l'organizzazione hanno utilizzato telefoni cellulari dedicati e dotati di sofisticati sistemi di criptazione, e adottato codici alfanumerici come quelli annotati tra gli appunti rinvenuti all'interno della cabina del comandante o nelle abitazioni di taluni soggetti finiti in carcere.
Il provvedimento restrittivo in carcere emesso dal gip è stato notificato a Michele Zito (41); Francesco Gioffré (42); Caterina Ursida (39); Ernesto Madaffari (41); Antonio Pavia (37); Rosario Cunsolo (41); Giuseppe Nicolaci (48); Pacifico Belcastro (31); Tomaso Concas (59); Gabriello Savarese (68). Ai domiciliari è stata posta Luigia Di Casola (56), mentre a Dayana Concas (28) è stato notificato l'obbligo di presentazione alla pg. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di acquisto e importazione di stupefacenti, nonché di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di droga con le aggravanti della transnazionalità e delle modalità e finalità mafiose. Zito, Madaffari e Pataffio sono accusati anche di associazione mafiosa perché ritenuti organici alla cosche Piromalli-Molè e Pesce, egemoni nei comuni di Gioia Tauro e Rosarno. (AA)
Caricamento commenti
Commenta la notizia