Si chiude il cerchio sull’omicidio di Antonio Scarfone, il commerciante di 49 anni ucciso con due colpi di revolver uno dei quali lo ha raggiunto alla testa, avvenuto notte di Ferragosto sulla via Matteotti al quartiere San Leonardo di Rosarno.
Le indagini dei carabinieri hanno fatto piena luce sull’efferata esecuzione per la quale sono finiti in carcere Angelo Scarfone, 52 anni, fratello della vittima, indicato come autore dell’omicidio, e il nipote Luigi Timpani, 28 anni, che era con lui, giusto per dargli manforte, al momento della sparatoria che si è verificata dopo la mezzanotte in prossimità del cancello dell’abitazione di Carmela Fazzari, anziana madre di Antonio ed Angelo.
Le indagini dei carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro, e della Tenenza di Rosarno, guidati dal capitano Francesco Cinnirella che si è avvalso della collaborazione dei tenenti Rapisarda e Battaglia, coordinate dal Procurare della Repubblica di Palmi Ottavio Sferlazza e dal sostituto Valentina Giammaria, sono valse a far luce sul movente e a chiarire tutta la dinamica dell’omicidio grazie alla tempestiva ricostruzione di alcuni momenti della giornata che aveva preceduto la sparatoria.
Sarebbero motivi di interessi quelli che avrebbero portato all’omicidio, legati in particolare alla proprietà dell’abitazione nella quale vive l’anziana madre, Carmela Fazzari, e ad una pensione della quale la stessa fruisce da tempo.
Ma pare che i congiunti di Antonio Scarfone lamentassero anche lo stato di abbandono in cui viveva la donna e il fatto che lo stesso la trascurasse senza preoccuparsi molto delle sue condizioni e del suo effettivo stato di salute.
Nella immediatezza dell’omicidio, non appena la notizia della sparatoria è pervenuta ai carabinieri, sul posto sono stati effettuati dei controlli e subito dopo sono stati sentiti a lungo alcuni congiunti della vittima. L’attività investigativa è stata supportata anche da accurati sopralluoghi degli specialisti della Sezione investigazioni scientifiche del Comando provinciale dei carabinieri di Reggio.
E tra l’altro nella immediatezza delle indagini subito avviate era stato accertato che presso l’abitazione, davanti la quale è avvenuto l’omicidio, nella tarda mattinata del quattordici agosto Antonio Scarfone sarebbe stato affrontato da un gruppo composto da sei persone, qualcuno era armato, del quale pare facesse anche parte Angelo Scarfone, che dopo averlo seriamente minacciato lo avrebbero costretto ad allontanarsi.
Antonio Scarfone, temendo seriamente per la sua vita, sarebbe tornato soltanto a notte fonda ovvero giusto qualche ora prima dell’omicidio.
Angelo Scarfone e Luigi Timpani, sono stati posti in stato di fermo perché indiziati di delitto nella giornata di venerdì scorso. A seguito dell’interrogatorio di garanzia nel tardo pomeriggio di lunedì il fermo è stato convalidato dal Gip che ha confermato nei loro confronti la custodia cautelare in carcere.
Entrambi rispondono di omicidio volontario aggravato e porto e detenzione di arma da fuoco. Scarfone è ritenuto autore materiale e Timpani “concorrente morale” dell’omicidio.
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