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Annullato l'arresto del boss

Annullato l'arresto del boss

Il boss di Siderno Giuseppe Commisso “u mastru” non andava arrestato nell’ambito dell’operazione “Ape green”, la maxi-retata della Direzione distrettuale antimafia di Reggio che ha inferto un duro colpo a una holding di narcotrafficanti della Locride. Il Tribunale della libertà di Reggio (collegio presieduto dal giudice Filippo Leonardo), accogliendo il ricorso dell’avvocato Mario Santambrogio e recependo le censure della Corte di Cassazione (che aveva in precedenza annullato), ha infatti azzerato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa (ed eseguita) nei confronti di uno dei vertici dell’omonima famiglia di ’ndrangheta di Siderno. E sarebbe stato scarcerato, come disposto dal Tribunale, se Commisso non fosse gravato dalla parallela indagine “Crimine”.

Secondo la tesi difensiva, condivisa dai Giudici supremi prima e dal Tdl adesso, «il titolo custodiale per il quale Commisso si trovava ristretto era stato emesso in violazione del principio secondo cui, trattandosi di reati che emergevano dalle intercettazioni registrate nel 2010 (inchiesta “Crimine”), il loro contenuto avrebbe dovuto essere utilizzato in concomitanza con l’esecuzione degli arresti e non anche successivamente (ordinanza “Ape green”), pena lo snaturamento del principio del divieto di emissione di ordinanze custodiali a catena».

Giuseppe Commisso era stato arrestato raggiunto nel gennaio scorso da una pesante ipotesi di reato, aver ricoperto il ruolo di capo di un’organizzazione mafiosa con base a Siderno che si occupava d’importare ingenti quantitativi di droga utilizzando, per l’arrivo dello stupefacente, il porto di Gioia Tauro. Accuse che ruotavano sulle intercettazioni telefoniche ed ambientali captate dalla Dda all’interno della lavanderia “Ape green” (da cui il nome all’indagine) gestita dal Commisso nei locali del centro commerciale di Siderno. Intercettazioni datate nel tempo e -soprattutto - già utilizzate.

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