Un'operazione della Guardia di finanza di Reggio Calabria e Cosenza è in corso per l'esecuzione di un provvedimento di fermo emesso dalle direzioni distrettuali antimafia di Reggio e Catanzaro nei confronti di 35 imprenditori ed il sequestro preventivo di 54 imprese in tutta Italia. Gli indagati sono accusati di essere riusciti grazie ai rapporti con boss della 'ndrangheta del Reggino e del Cosentino ad aggiudicarsi decine di appalti pubblici nelle due province.
Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, associazione per delinquere aggravata dalle modalità mafiose, turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione e falso ideologico in atti pubblici. L'operazione, condotta dai finanzieri dei Comandi provinciali di Reggio e Cosenza, con l'ausilio dello Scico e del Comando provinciale di Roma ed altri reparti dell'intero territorio nazionale, è giunta a conclusione di un'indagine condotta dal Gruppo investigazione criminalità organizzata (Gico) del Nucleo di polizia tributaria di Reggio Calabria e dal Nucleo di polizia tributaria di Cosenza. I dettagli dell'operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa in programma alle 10.30 al Comando provinciale della Guardia di finanza di Reggio Calabria, alla presenza del procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho, dell'aggiunto Calogero Gaetano Paci, del procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, e degli aggiunti Giovanni Bombardieri e Vincenzo Luberto.
Dalle indagini, secondo gli investigatori, è emerso come un importante gruppo imprenditoriale operante nella piana di Gioia Tauro, si era posto come punto di riferimento della cosca Piromalli allo scopo di turbare sistematicamente almeno 27 gare indette da più stazioni appaltanti calabresi nel periodo 2012/2015, riguardanti l'esecuzione di importanti lavori pubblici nell'area della piana.
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