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"C'è una forte richiesta di 'ndrangheta"

"C'è una forte richiesta di 'ndrangheta"

È partito da lontano il sostituto procuratore antimafia Stefano Musolino. Ha tratteggiato un ritratto della nostra realtà globale a tinte (o)scure e poco confortante, ha scavato all’interno del fenomeno-’ndrangheta senza indulgenza e poi ha interagito con i liceali del Vinci sulle note di Brunori Sas con la speranza che due ore di confronto siano servite almeno per gettare un seme di cambiamento «in una città che, nonostante i numerosi arresti – ha detto –, continua a produrre ’ndrangheta».

È chiaro che se c’è una produzione vuol dire che c’è anche una richiesta: sono le ferree regole del mercato. Un mercato “deviato” dove «i diritti del cittadino reggino vengono scambiati con i favori. Ecco, la ’ndrangheta oggi ha conquistato un suo nuovo status – ha spiegato Musolino – ha “lavorato” per riuscire a ottenere una sorta di riconoscimento sociale e quindi riesce a sedersi al tavolo con l’impresa e la politica. È un soggetto che si pone come facilitatore e solutore di problemi. Ovviamente usando solo mezzi illeciti e professionisti corrotti o collusi».

La legalità è la linea di demarcazione tra «i fessi che la rispettano e i dritti che se ne fregano». E su questo perverso modo di pensare prolifera la ’ndrangheta. «Se non ci sarà un netto cambiamento Reggio continuerà a produrre ’ndrangheta – ha ammonito Musolino –. Noi possiamo continuare ad arrestare persone ma se in città continua la richiesta di ’ndrangheta noi non vinceremo mai. Non è possibile che a Reggio chi non è amico della ’ndrangheta non abbia diritti».

Il pm antimafia ha parlato anche delle ultime indagini che hanno alzato il livello e hanno scoperto la «massomafia e la cupola invisibile che, con Paolo Romeo e Giorgio De Stefano, governa gli affari in città accanto al direttorio guidato da Peppe De Stefano». E ha spiegato agli studenti che «il cambio dei valori e la ricerca dei soldi a tutti i costi ha aperto nuovi orizzonti alla ’ndrangheta. I fratelli Peppe e Carmine De Stefano e anche il più giovane Dimitri avevano tanti soldi e hanno frequentato la Reggio bene per anni. Io mi sono sempre chiesto se i loro amici li abbiano mai fatti sentire delle mer... proprio per la loro provenienza. Dunque, se non cambia il sistema e la percezione stessa della ’ndrangheta diventa una battaglia impari. Bisogna smitizzare la figura degli ’ndranghetisti. Io ne ho conosciuti tanti, alcuni hanno il cervello che cammina ma altri, la maggior parte, sono degli autentici fessi. E noi dobbiamo accettare che loro comandino? Non sono miti e non bisogna essere eroi per essere onesti, altrimenti continueremo a essere produttori di ’ndrangheta. Le nuove generazioni non possono più essere spettatori in questa battaglia di libertà. E se voi non avete voglia di impegnarvi per cambiare questa realtà, allora è meglio che emigrate lontano da qui». Applausi.

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