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Traffico di rifiuti o una “bufala”? L’intrigo dei container scomparsi

Traffico di rifiuti o una “bufala”? L’intrigo dei container scomparsi

GIOIA TAURO

Il porto di Gioia trascinato in una gigantesca “bufala”? Così fosse, avrebbe del clamoroso la recente interrogazione parlamentare presentata giovedì dal deputato grillino Riccardo Nuti per chiedere al Governo di far luce su un presunto traffico di rifiuti dalle proporzioni spaventose che vedrebbe coinvolto il nostro Paese, l’Albania e la Macedonia per un totale di 28.600 tonnellate di “monnezza”, anche pericolosa (rifiuti urbani e industriali provenienti da Napoli, Bari e Imperia), che ora nessuno sa che fine abbia fatto.

«Regolarmente imbarcati a Gioia Tauro – scrive Nuti – diretti alla discarica di Drisla (Skopje), Macedonia e scaricati al porto di Durazzo, Albania, senza tuttavia aver mai raggiunto destinazione e aver mai varcato il confine albanese-macedone».

L’iniziativa prende spunto da una recente inchiesta giornalistica di un sito web (30 mila visualizzazioni in 48 ore), ripresa da diverse testate nazionali e approdata nei Balcani, secondo cui nel corso del 2016 ben 1.300 container con 22 tonnellate di spazzatura ciascuno si sarebbero “persi” tra il porto di Bari, da dove sono usciti, e la Macedonia, dove non sono mai arrivati.

Uno scoop che è stato però bollato come fake news, ossia un falso. Soprattutto oltre Adriatico: per il giornalista Carlo Bollino, ex Gazzetta del Mezzogiorno ora alla guida di una tv albanese, siamo di fronte a «una bugia che da dieci giorni fa il ping pong impazzito tra due Paesi in assenza di qualunque documento e di prova: investigazioni condotte contattando le istituzioni albanesi e italiane – scrive – dimostrano al di fuori di ogni ragionevole dubbio che questa storia è semplicemente inventata».

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