Attivi nella periferia sud di Reggio (Pellaro, Saracinello e Ravagnese), con un ruolo di «rappresentanza mafiosa» a Milano. Sono i motivi della sentenza d’Appello “Reggio Sud” a tratteggiare un profilo blasonato della cosca “Ficara”. Un dato posto in evidenza il collegio presieduto da Giuliana Campagna (giudici a latere Antonino Giacobello e Silvana Cannizzaro) facendo riferimento alla sentenza “Reale”: «È emerso che nella primavera del 2010 Ficara Giovanni esercitava il suo potere anche nella provincia di Milano, dove era a capo del locale di Solaro e rappresentava il mandamento dì Reggio centro in Lombardia. Emergeva, inoltre, dall'attività di indagine eseguita dai Carabinieri di Monza lo strettissimo legame tra il Ficara e il Billari. Quest’ultimo - unitamente a Zappala Giovanni - era ritenuto il “reggente” del locale di Solaro quando il primo si trovava in Calabria».
Ruolo apicale in terra lombarda per Giovanni Ficara: «Gli era riconosciuto il compito di direzione della cosca, considerato il ruolo apicale che gli consentiva di interloquire, sullo stesso piano, con Pelle Giuseppe, di stringere alleanze con organizzazioni paritetiche (in particolare con la cosca capeggiata dal defunto Novella Carmelo, operante in Milano, con la cosca De Stefano, operante nel quartiere Archi, e con la cosca Pelle)».
Ad aggravare il quadro accusatorio nei confronti di Giovanni Ficara sono stralci delle sentenze “Crimine” e “Infinito”. Proprio dagli inquirenti milanesi provengono riscontri significativi: «Dalle conversazioni intercettate emergeva che Ficara Giovanni aveva assunto il ruolo di rappresentante del mandamento di Reggio centro in Lombardia. Nella sentenza appellata vengono richiamati gli esiti investigativi del procedimento “Crimine” concernenti gli imputati Ficara Giovanni e Ficara Giuseppe; vengono altresì riportate alcune conversazioni oggetto di rituale captazione nelle quali è coinvolto personalmente Ficara Giovanni, tra cui quella del 31 luglio 2010, intercettata all’interno dell'autovettura in uso a Gattuso Nicola, ritenuto il capo della locale di Oliveto, tra quest’ultimo e lo stesso Ficara, durante un viaggio da Reggio a Rosarno, finalizzato ad un incontro con il Capo Crimine Oppedisano».
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