E' stato arrestato dai carabinieri a Cittanova il latitante Giuseppe Facchineri, di 47 anni, elemento di spicco dell'omonima cosca con precedenti per associazione di tipo mafioso, omicidio, strage, rapina, porto abusivo di armi, violenza e minaccia a Pubblico Ufficiale, furto aggravato, ricettazione. Facchineri, già sorvegliato speciale, era ricercato dal 2016 quando, nell'ambito di un processo a suo carico, dopo il ripristino della custodia cautelare in carcere non aveva più fatto rientro nell'abitazione dove scontava gli arresti domiciliari. L'arresto del quarantasettenne è stato fatto al culmine di un blitz condotto dai carabinieri di Taurianova, con l'ausilio dei militari dello Squadrone Eliportato Cacciatori e dell'ottavo Nucleo elicotteri di Vibo Valentia. L'uomo è stato trovato nel covo dove periodicamente incontrava la moglie. Le indagini dei militari sono andate avanti per oltre un anno e mezzo.
E' stato sorpreso nel covo dove si incontrava periodicamente con la moglie, da qui il nome dell'operazione denominata "Alcova", Giuseppe Facchineri, il latitante arrestato dai carabinieri a Cittanova. Giuseppe Facchineri era stato arrestato nel 2014 assieme alla madre Caterina, di 74 anni, e al fratello Salvatore di 43, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Palmi per estorsione e rapina. Le indagini che avevano portato all'arresto, inizialmente coordinate dalla Procura della Repubblica di Palmi e successivamente proseguite dalla Dda con il coordinamento del Procuratore Federico Cafiero De Raho, erano state avviate a seguito di una perquisizione nell'abitazione di un residente del luogo. In quella circostanza i militari avevano rinvenuto un'agenda e alcuni documenti contabili riferiti a rapporti economici non meglio precisati con componenti della famiglia Facchineri. Il materiale, apparso subito molto sospetto, aveva permesso di riscontrare che alla base vi erano delle richieste estorsive. Dopo alcuni mesi in carcere, Facchineri era stato ammesso a beneficiare degli arresti domiciliari nell'abitazione di alcuni familiari in provincia di Arezzo. Nel corso del processo che ne era scaturito, nell'udienza il 16 gennaio 2016, Facchineri aveva addirittura inveito e minacciato di morte una persona. A quel punto, i reati di cui era già chiamato a rispondere, uniti alla condotta assunta nel corso del processo e alla pericolosità evidenziata, avevano determinato il ripristino della custodia cautelare in carcere, che però era rimasta ineseguita in quanto Facchineri non aveva più fatto rientro nell'abitazione dove scontava gli arresti domiciliari.
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