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Reggio, la movida nelle mani dei clan

Reggio, la movida nelle mani dei clan

Reggio Calabria

Le mani della ’ndrangheta sulla movida di Reggio. Le nuove leve della cosca Condello di Archi, e degli “Stillittano” di Vito, gestivano la sicurezza dei locali notturni con metodi e mentalità mafiosa. Botte, aggressioni ed intimidazioni: decidevano loro, mafiosi camuffati da buttafuori, chi poteva entrare nelle discoteche sul Lungomare e chi doveva cambiare aria.

«Più che picchiatori erano affiliati alla cosche» hanno spiegato gli inquirenti indicando i contenuti dell’operazione “Eracle”, con 15 persone sottoposte a fermo da Carabinieri e Polizia. Le accuse sono, a vario titolo, associazione mafiosa, porto e detenzione di armi da guerra e comuni, estorsione, traffico di sostanze stupefacenti, intestazione fittizia di beni, maltrattamento di animali, con l’aggravante del metodo mafioso.

Botte in discoteca

Estate incandescente quella del 2015. Botte da orbi per gli avventori “sgraditi” dei locali notturni, soprattutto per chi non rientrava nelle simpatie delle cosche. Così capitò a un giovanotto reggino nel cuore della notte tra il 28 e il 29 agosto 2015. I buttafuori del “Niù” gli sbarrano l’ingresso a suon di sberle, soprattutto dopo aver inveito e strattonato il patron del lido. E poche ore dopo, appena spenta la musica, l’hanno raggiunto a Gallico gambizzandolo per lo sgarbo riservato al loro capo.

I rom

Un gruppo variegato quello incastrato dall’indagine “Eracle”. Tra di loro anche i tre fratelli Morelli, i leader della comunità rom di Arghillà, forti del salto di qualità effettuato nelle gerarchie criminali cittadine in virtù dell’inserimento nell’orbita della cosca Rugolino. Anche con loro il gruppo sotto accusa entrò in rotta di collisione. Pomo della discordia il furto di una macchina subito da un “pezzo forte” delle giovani leve e restituita a stento.

Corse clandestine

I rampolli si dilettava con le corse clandestine dei cavalli, riempendosi le tasche con le scommesse illegali. Teatro delle volate dei cavalli (dopati) la Gallico-Gambarie, alle 6 del mattino di domenica.

Gli inquirenti

«Emanazione della mafia», con «un grave quadro indiziario» sottolinea il procuratore Federico Cafiero de Raho.

«Organizzazione militare per controllare i locali notturni» ribadisce il colonnello Giancarlo Scafuri, mentre il questore Raffaele Grassi evidenzia come «questa operazione aiuterà a garantire un’estate tranquilla a chi vorrà frequentare i locali».

I dettagli dell’operazione (che dovrà passare al vaglio del Gip appena conclusi gli interrogatori), sono stati illustrati dal capo della Squadra Mobile, Francesco Rattà, e dal maggiore dei Carabinieri Mariano Giordano, che condividono una convinzione investigativa: «Queste persone operavano da sodali dei Condello».

Nel quadro dell’inchiesta, che ha stroncato il business della droga nella piazza dello spaccio di viale Manfroce-Ponte della libertà sono stati sequestrati la pizzeria “Mirablu”, il lido balneare “Niù” e un ricovero per cavalli. Beni, per un valore complessivo da 1 milione di euro, riconducibili alle ’ndrine.

Il provvedimento

Sono quindici le persone sottoposte a fermo: Luciano Baione (Reggio, 27 anni); Francesco Barbaro (Melito, 23 anni); Enrico Giovanni Barcella (Reggio41 anni); Salvatore Falduto (Villa San Giovanni, 53 anni); Francesco Ferrante (Reggio, 44 anni); Fabio Vittorio Minutolo (Reggio, 39 anni); Andrea Morelli (Reggio, 35 anni); Cosimo Morelli (Reggio, 37 anni); Fabio Morelli (Melito Porto Salvo, 29 anni); Domenico Nucera (Reggio, 36 anni); Antonino Saladino (Reggio, 30 anni); Fabio Caccamo (Melito, 38 anni); Basilio Cutrupi (Reggio, 31 anni); Michele Panetta (Reggio, 31 anni); Giuseppe Emanuele Pecora (Reggio, 32 anni).

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