Mezzanotte era trascorsa da un po’ e Don Giorgio Costantino, 74enne parroco del Divin Soccorso, si trovava nella sua canonica e non pensava certo che da lì a poco sarebbe finito in Ospedale con la sua vita appesa a un filo. Disturbato dagli schiamazzi di alcuni ragazzi, il sacerdote era uscito per richiamarli e per questo sarebbe stato aggredito da una banda di ragazzi con calci e pugni.
Ripresosi dalla barbara aggressione, Don Giorgio ha chiamato i Carabinieri per denunciare il fatto, quindi è stato trasportato al Pronto Soccorso per i controlli necessari. I medici l’hanno sottoposto a una tac e hanno scoperto un versamento di sangue nel cervello sicché hanno deciso di intervenire chirurgicamente per drenare l’ematoma. L’intervento chirurgico è durato parecchio e alla fine i medici si sono riservati la prognosi con il paziente in coma farmacologico.
Le indagini per fare luce sull’aggressione sono condotte dai Carabinieri, che stanno esaminando le immagini registrate da alcune telecamere di sorveglianza in funzione nella parrocchia. Dai fotogrammi del filmato si vedrebbero sulla scena sette giovani e uno solo del branco colpirebbe il sacerdote con pugni e un calcio poi sarebbe stato fermato dagli altri che lo avrebbero allontanato dal sacerdote. Uno dei giovani, sempre da quanto emergerebbe dal video, si sarebbe anche fermato per prestare un primo soccorso a don Giorgio.
Il presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio, profondamente colpito dalla vile aggressione nei confronti di don Giorgio Costantino, ha tempestivamente telefonato al Direttore Generale dell’Azienda ospedaliera reggina, dott. Frank Benedetto, per avere notizie sulle condizioni di salute dell’uomo di chiesa. «Quanto accaduto, per la ferocia manifestata dagli aggressori – ha commentato Oliverio – è segno di una barbarie che va combattuta e stroncata in nome della civiltà che appartiene alla positiva tradizione della città di Reggio Calabria e del popolo calabrese».
Il presidente della Commissione regionale antindrangheta, Arturo Bova, si è recato agli Ospedali Riuniti per accertarsi delle condizioni di salute di don Giorgio Costantino. «Ho voluto incontrare i parenti di don Giorgio – ha detto Bova – per manifestare loro la mia personale solidarietà, umana, istituzionale e civile, dopo la gravissima aggressione subita dal sacerdote. Sono rimasto sbigottito dalla violenza esercitata da giovanissimi contro una persona anziana, conosciuta per avere sempre esercitato la sua funzione pastorale privilegiando gli ultimi e i diseredati. Qui, e adesso – sottolinea Arturo Bova – non si tratta di pronunciare giudizi prematuri sull’andamento dei fatti, anche se il risultato è quello di avere messo in serio pericolo di vita una persona innocente, quanto piuttosto comprendere la natura di un’azione eseguita da giovanissimi in un quartiere che per storia e tradizione sociale ha conosciuto straordinari momenti di comunione tra i residenti e la Chiesa. La comunità parrocchiale del Divin Soccorso, guidata ai suoi albori da mons. Salvatore Nunnari, arcivescovo emerito di Cosenza, è sempre stata considerata un riferimento di valore civile e religioso dove si sperimentavano davvero solidarietà e promozione sociale. Per tutto questo, l’aggressione a don Giorgio Costantino richiama alla coscienza di tutti noi la necessità di mantenere alta l’attenzione verso i processi di degenerazione sociale cui la politica e le istituzioni devono fornire adeguate risposte ai fini della coesione umana e civile».
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