Tommaso Costa è stato condannato all’ergastolo, con isolamento diurno per 14 mesi, quale presunto esecutore materiale dell’omicidio di Gianluca Congiusta, ucciso la sera del 24 maggio 2005 a Siderno.
La sentenza è stata emessa nel primo pomeriggio di ieri dalla Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria, (Lucisano presidente, Crucitti giudice togato), che ha accolto la richiesta di condanna formulata dalla pubblica accusa, rappresentata dai sostituti Antonio De Bernardo e Domenico Galletta, ed in favore della quale hanno concluso anche gli avvocati Giuseppe Sgambellone e Geppo Femia, difensori dei familiari del giovane imprenditore sidernese che si sono costituiti parte civile nel processo. L’avvocato Sandro Furfaro, nell’interesse del 58enne Costa, ha concluso la sua arringa chiedendo l’assoluzione.
Sono passati 12 anni da quella sera di maggio quando Gianluca Congiusta è stato ucciso mentre stava rientrando a casa. Per l’accusa il killer sarebbe stato il presunto boss Costa. Secondo l’ipotesi investigativa il movente dell’omicidio sarebbe da collegare con una lettera dal contenuto estorsivo inviata dal presunto boss al futuro suocero della vittima.Le indagini hanno portato all’operazione denominata “Lettera Morta”, eseguita dagli agenti del Commissariato di Polizia di Siderno, con il coordinamento della Procura distrettuale antimafia reggina.
Nel primo grado che si è tenuto con il rito ordinario la Corte di Assise di Locri ha condannato l’imputato all’ergastolo. Pena confermata nel secondo grado di giudizio. Il 6 marzo 2014 i giudici della Seconda sezione penale della Corte di Cassazione hanno annullato la sentenza di condanna dell’imputato con rinvio per un nuovo giudizio in relazione al contestato reato di omicidio.
Il giudizio di appello-bis ha registrato l’esame di numerosi testimoni, compresi alcuni collaboratori di giustizia. Il processo è stato sospeso in attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale in merito alla presunta violazione del principio di uguaglianza, per irragionevole disparità di disciplina tra le intercettazioni telefoniche e quelle epistolari ed altro. La questione viene superata dai giudici della Consulta che hanno dichiarato «non fondate le questioni di legittimità costituzionale».
Il processo è quindi ripreso con la discussione delle parti e la decisione dei giudici dell’appello che, decidendo in sede di rinvio a seguito di annullamento parziale della sentenza del 10 aprile 2013, limitatamente ai reati di omicidio e i connessi delitti in materia di armi, hanno confermato la sentenza di condanna emessa anche per tali capi dalla Corte di Assise di Locri il 18 dicembre 2010 «ritenuto assorbito quanto al capo G) il delitto di detenzione illegale di arma nel porto illegale della stessa, rideterminando la complessiva pena nell’ergastolo con isolamento diurno per il periodo di 14 mesi».
Per conoscere le motivazioni bisognerà attendere almeno 90 giorni, quale termine indicato nel dispositivo della sentenza.
Lungo iter giudiziario
Dopo 12 anni dall’omicidio di Gianluca Congiusta, la Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria ha ribadito la condanna all’ergastolo per Tommaso Costa, ritenendolo l’esecutore materiale dell’assassioni del giovane imprenditore sidernese. Era la sera del 24 maggio 2005: quando Gianluca Congiusta stava rientrando a casa e un killer lo uccise. La Dda reggina portò al processo di primo grado che si è concluso con la condanna all’ergastolo del 58enne Costa. Pena poi confermata dai giudici dell’assise d’appello. Il 6 marzo 2014 la Cassazione ha annullato la sentenza di condanna dell’imputato con rinvio relativamente al delitto e ai reati connessi. Per i supremi giudici mancava la causale concreta per affermare la penale responsabilità dell’imputato. Di conseguenza il processo ritorna nuovamente al vaglio dei giudici del secondo grado a Reggio Calabria, fino alla sintenza di ieri, giunta dopo una pronuncia della Consulta.
Caricamento commenti
Commenta la notizia