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Il ragazzino che voleva affiliarsi

Il ragazzino che voleva affiliarsi

Il fascino diabolico dei boss. Un fascino esercitato sulle giovani generazioni in molti angoli della Calabria. I ragazzi cresciuti in certi ambienti vedono nei capintesta dei clan figure da emulare. Il dato è culturalmente drammatico. Dalle migliaia di pagine dell’inchiesta “Mandamento ionico” emerge drammaticamente il ruolo di un quindicenne che aveva chiesto ad un padrino di essere affiliato alla cosca. Voleva sentirsi «degno», sognava di diventare un “uomo d’onore”. A commentare la vicenda è stato il comandante del Ros, generale Giuseppe Governale. «Quanto sia permeante la ‘ndrangheta anche sotto il profilo culturale - ha detto - è testimoniato da un episodio che abbiamo registrato in casa del pregiudicato Antonio Cataldo. Davanti alla figlia e alla moglie si presenta un quindicenne con una lettera indirizzata al boss incarcerato. Le donne ricevono la lettera, commentano quel gesto e decidono di aprirla, leggendone il contenuto: “Chiedo a voi – scrive il ragazzino al capobastone – di essere affiliato e di ritenermi a disposizione della vostra famiglia”. La lettera del giovanissimo, però, non verrà mai consegnata dai congiunti al boss Cataldo per paura che potesse essere intercettata in carcere».

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