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«È con i giovani che annienteremo la ’ndrangheta»

«È con i giovani che annienteremo la ’ndrangheta»

La scommessa dei giovani studenti per sfidare la potentissima ’ndrangheta. E su di loro, per la voglia di riscatto sociale e il coraggio della ribellione culturale che incarnano, il procuratore nazionale antimafia ed antiterrorismo, Federico Cafiero de Raho, fino a pochi giorni fa e per oltre 4 anni e 7 sette mesi (a partire dall’11 aprile 2013) alla guida della Procura antimafia di Reggio, fa affidamento per vincere la battaglia finale: «Voi mi date la certezza che annienteremo la ’ndrangheta. Voi che nella scuola interpretate il ruolo migliore del cittadino». Hanno risposto presente anche ieri gli studenti dell’istituto “Raffaele Piria” di Rosarno e “Leonardo da Vinci” di Reggio, al saluto che il neo procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho ha voluto porgere a Reggio ed ai reggini all’aula “Gianni Versace” del Cedir. Una platea significativamente piena, palpitante di genuina emozione, carica di appassionato trasporto, inneggiante un sincero ringraziamento verso chi ha contribuito inequivocabilmente a fronteggiare la tracotanza mafiosa e ridurne - notevolmente - l’asfissiante pressione. C’erano tutti i vertici della “Squadra Stato” e delle Istituzioni della sicurezza e della legalità, della Chiesa, della Città metropolitana, dell'Avvocatura, dell’Università delle associazioni antimafia, delle professioni. E con loro, ribadendo la scelta netta su quale fronte volere stare cittadini senza etichetta.

L’ultimo omaggio di Reggio al procuratore Federico Cafiero de Raho è stato avviato da chi, con il ruolo di facente funzioni, lo sostituirà al coordinamento del pool antimafia, Gaetano Calogero Paci: «Un modello di magistrato e di Istituzione di rilevanza universale, per gli insegnamenti, la determinazione e l'abnegazione dimostrati in ogni attimo vissuto in Ufficio». Gli fa eco il presidente della Corte d’Appello, Luciano Gerardis, che guarda la platea gremita e riversa «il sentimento di gratitudine e di orgoglio»; il questore Raffaele Grassi eleva «la filosofia vincente della “Squadra Stato” capace di raggiungere straordinari risultati»; il sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà ricorda che chi è in trincea come lo è stato il procuratore Cafiero de Raho «non è solo, perchè tutta la Reggio perbene vuole stare al fianco di chi opera per la legalità», mentre il presidente del Consiglio regionale della Calabria Nicola Irto pone in evidenza «la straordinaria inversione culturale che ha innescato nel rapporto con gli studenti, insegnando che i mafiosi rubano il nostro futuro». Sono inoltre intervenuti l’avvocato generale dello Stato, Fulvio Rizzo, la presidente del Tribunale di Reggio, Maria Grazia Arena, il presidente dell'Ordine degli avvocati di Reggio, Alberto Pannucio, il rettore dell'Università per stranieri, Salvatore Berlingò, il giornalista Claudio Cordova, don Ennio Stamile di Libera, Giuseppe Angelone di ReggioNonTace.

L’arcivescovo di di Reggio, Giuseppe Fiorini Morosini, gli da atto della «passione profonda immessa nell’operato come fosse un reggino, amando questa terra come fosse la sua terra», mentre l’arcivescovo di Oppido-Palmi, Francesco Milito, anticipa che «pregherò per lei perchè quando sarà davanti a grandi scelte da pendere saprà che chi lavora per il bene comune è alleato di Dio».

Le conclusioni sono state affidate al prefetto Michele di Bari: «Lei un amico di tutti, grazie alla sua umanità che non trasuda egoismi, a un tratto umano indefettibile; l’amico vero che le Istituzioni hanno bisogno per affermarsi. Un simbolo che è un esempio».

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