«Il processo ha ad oggetto la struttura e l’operatività di cosche mafiose radicate nel territorio calabrese, con elevata capacità di agire anche all’estero per soddisfare i bisogni e gli appetiti materiali dei loro capi e dei loro partecipi, esportando, tra l’altro, il modello primitivo e tribale che caratterizza le ‘ndrine».
È quanto scrive il gup di Reggio Calabria Filippo Aragona nelle motivazioni della sentenza del processo “Acero-Krupy”, che si è definita in abbreviato con condanne a oltre 5 secoli di carcere per 37 imputati e una sola assoluzione con formula ampia.
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