Regge in Cassazione la dentenza d’appello del processo “Revolution”. I giudici della terza sezione penale infatti hanno rigettato i ricorsi di 12 imputati, condannati in appello a poco oltre un secolo di reclusione. All’esito del giudizio di terzo grado del troncone in abbreviato, si è poi registrato un annullamento senza rinvio, per la posizione di Sandro Bruzzaniti, difeso dall’avv. Luca Cianferoni, che ha ottenuto uno sconto del trattamento sanzionatorio relativo a due capi di imputazione con una pena rideterminata dai supremi giudici in complessivi 7 anni e 6 mesi di reclusione.
I giudici hanno invece annullato la sentenza con rinvio per 7 imputati, ad iniziare da Claudio Carminati, limitatamente alla valutazione del vincolo della continuazione con i fatti (giudicati in un altro processo davanti al gup di Milano) del 2 luglio 2013. Rinvio anche per Denis Carminati, anche in questo caso limitatamente alla valutazione del vincolo della continuazione con i fatti giudicati dal gup di Milano nell’ottobre del 2013. Nuovo giudizio per Carlo Ferrara in relazione alla rideterminazione della pena per due capi di imputazione.
Annullata con rinvio anche la sentenza impugnata da Cosimo Fiorito, Salvatore Fiorito e Carmelo Ielo, questo ultimo difeso dagli avvocati Rosario Scarfò ed Emanuele Genovese, sull’aumento di pena in relazione a una contestata aggravante. Tornerà davanti ai giudici dell’appello anche la posizione di Francesco Starngio (cl. 46), difeso dagli avvocati Cianferoni e Nardo, anche lui per la valutazione di un vincolo della continuazione.
Infine i ricorsi degli altri imputati – tra cui spicca Bruno Pizzata, considerato il “broker” locrideo del narcotraffico internazionale” – che sono stati giudicati con il rito alternativo: sette sono rigettati, mentre gli altri cinque sono stati ritenuti inammissibili.
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