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Il dittatore e il suo “tesoro”: tutti assolti gli imputati di falso

Il dittatore e il suo “tesoro”: tutti assolti gli imputati di falso

Palmi

Al clamore degli arresti non è seguita una sentenza di condanna. Nella giornata di ieri, il Tribunale di Bologna ha assolto tutti gli imputati che nel 2011 finirono nell’inchiesta denominata “Re Artù”, operazione coordinata dalla Distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Al centro dell’indagine c’era un certificato di deposito in oro del valore di 870 milioni di dollari che era stato sequestrato il 29 settembre 2009 a due uomini di Taurianova ritenuti vicini alla cosca Fazzalari-Viola-Avignone. Il titolo di credito era stato emesso nel 1961 dal Credito Svizzero al dittatore indonesiano Sukarno ed era finito nelle mai del taurianovese Carmelo Sposato.

Tutti erano accusati associazione a delinquere finalizzata alla truffa e alla falsificazione di titoli di credito. In principio i 16 imputati erano accusati anche di riciclaggio, ma la Cassazione ha accolto la ricorso del collegio difensivo sulla genericità del capo di imputazione. Il 15 maggio prossimo si tornerà in aula per un nuovo processo su un unico capo di imputazione che riguarda, appunto, il reato di riciclaggio.

L’imponente operazione coordinata dall’allora procuratore capo di Reggio Calabria Giuseppe Pignatone, dell’aggiunto Nicola Gratteri e del pubblico ministero Sara Ombra, aveva coinvolti duecento militari che avevano operato nelle province di Bologna, Reggio Emilia, Modena, Trapani, Catanzaro, Palermo, Verona, Cosenza e Reggio Calabria. 

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