Una vasta operazione anti phishing è stata condotta dalla polizia Postale e delle Comunicazioni nei confronti di un'organizzazione criminale transnazionale dedita ad attacchi e frodi informatiche su larga scala. Sono oltre cento le vittime italiane accertate dagli investigatori.
Nel corso del coordinamento delle indagini, la procura di Milano ha attivato procedure di cooperazione, assicurate da Eurojust con la costituzione di una Squadra Investigativa comune tra poliziotti italiani e rumeni, che in queste ore stanno eseguendo ordinanze di custodia cautelare e perquisizioni personali e informatiche nei confronti di numerosi indagati.
Sono 14 le persone destinatarie dell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Milano Guido Salvini. L'indagine è partita nel settembre 2016, quando agenti della Polizia postale di Milano hanno ricevuto dai colleghi romeni la segnalazione su due pregiudicati calabresi sospettati di essere i capi di un'organizzazione criminale dedita al phishing, al riciclaggio di denaro, e al traffico di armi clandestine che sarebbero state acquistate con i proventi del riciclaggio da criminali moldavi.
Gli approfondimenti hanno permesso di scoprire che gli organizzatori erano Giuseppe Pensabene, 42enne nato a Reggio Calabria ma residente da tempo in Romania con un altro nome, e Salvatore Aragona, 41enne di Reggio che vive a Sesto San Giovanni (Milano) da dove si occupava dei "cavallini", della ricezione dei guadagni e della divisione tra i vertici dell'associazione. Altri membri di spicco erano Alin Ciprian Avadanutei e Cosmin Stefan Cucinic, entrambi romeni rispettivamente di 35 e 34 anni, sono considerati i due "abili esperti informatici" che dalla Romania curavano le operazioni tecniche per realizzare le truffe telematiche.
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