Una truffa ai danni dell’Inps è stata scoperta nel corso di un’accurata indagine partita a seguito di alcune segnalazioni, dagli investigatori della Guardia di Finanza del Gruppo di Locri, diretto dal colonnello Nicola Sportelli. Nei guai sono finiti una benestante pensionata residente in uno dei centri più importanti della Locride e i suoi due figli, un medico in servizio in un’Azienda sanitaria provinciale della Calabria (non quella reggina) e un dipendente in servizio in una pubblica amministrazione.
Le indagini delle Fiamme Gialle coordinate dalla Procura di Locri diretta dal dott. Luigi D’Alessio, come evidenziato dagli investigatori, hanno consentito, mediante anche videoriprese, pedinamenti e appostamenti, di scoprire l’effettiva autonomia della donna “invalida”: una persona perfettamente in grado di svolgere ogni normale attività della vita quotidiana: percorrere tratti di strada, salire scale, salire e scendere da un’autovettura e, addirittura, recarsi autonomamente alle urne in occasione delle ultime consultazioni elettorali.
Al di là di questi particolari, è emerso che la donna, non soddisfatta dell’invalidità che le era stata riconosciuta dalla Commissione invalidi civili aveva inoltrato un ricorso al Tribunale di Locri ottenendo il riconoscimento di uno status (articolo 3, comma 3) ancora più grave dell’invalidità, ovverosia il beneficio della famosa legge 104 del ‘92.
La forma ancora più grave di handicap che le è stato riconosciuto ha consentito inoltre, secondo quanto evidenziato dagli investigatori della Guardia di Finanza, alla figlia, medico in un’Azienda sanitaria calabrese, di beneficiare di giorni di permesso mensili retribuiti per assistere la madre “falsa invalida”, arrecando gravi disservizi alla struttura sanitaria di appartenenza.
In particolare, secondo le Fiamme Gialle, sarebbe stato accertato che le assenze del medico «hanno interrotto, in diverse occasioni – scrivono gli inquirenti – un pubblico servizio con correlato grave nocumento dei pazienti che, a causa della chiusura dell’ufficio, non hanno potuto ricevere le prescritte cure». L’altro figlio, anch’egli dipendente pubblico, ha potuto invece beneficiare indebitamente di un trasferimento nella sede di lavoro più vicina alla propria residenza, proprio allo scopo di assistere la madre “invalida”.
Al termine delle indagini coordinate dalla Procura di Locri, la donna e i suoi due figli sono stati denunciati per il reato di truffa aggravata ai danni dell’Istituto nazionale della previdenza sociale.
Il risultato conseguito testimonia, ancora una volta, il ruolo fondamentale della Guardia di Finanza nel contrasto degli illeciti che ledono gli interessi della collettività, soprattutto nel difficile contesto socio-economico che caratterizza la provincia di Reggio Calabria.
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