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La bomba d'acqua ha devastato la Ga-Ga

La bomba d'acqua ha devastato la Ga-Ga

Anche il cantiere della strada in costruzione Gallico-Gambarie ha dovuto pagare un pesante dazio al maltempo che in questi ultimi giorni ha flagellato la città. Durante la notte di sabato scorso, la fiumara Gallico è stata interessata da alcune ondate di piena causate dalle ingenti concentrazioni piovose sul suo bacino idrografico. Le piogge sono proseguite incessanti anche nella giornata di domenica e solo lunedì mattina è stato possibile avviare le operazioni necessarie per stilare un primo quadro della situazione e così iniziare la conta dei danni nel cantiere della più importante opera pubblica oggi aperta in Calabria.

Lo scenario

Terrificante lo scenario che si è presentato davanti agli occhi dei tecnici che hanno effettuato il primo sopralluogo. Prova a descriverlo il direttore dei lavori della Gallico-Gambarie, l’ingegnere Bruno Polifroni: «Il corso d’acqua della fiumara è ripetutamente fuoriuscito dal proprio letto, dove era stato opportunamente confinato, nel rispetto delle autorizzazioni ottenute in fase di approvazione del progetto e successivamente, dal competente Settore della Città Metropolitana. Le ondate di piena hanno interessato la zona di preparazione a terra dei “conci” del viadotto Sant’Alessio, il cui tratto compreso fra le pile 6 e 17 era praticamente pronto per il varo, che sarebbe dovuto avvenire proprio in questa settimana».

Il lungo viadotto

«Il Sant’Alessio è il viadotto più lungo dell’intera opera ed è uno dei più lunghi attualmente in costruzione in tutta Italia (circa 1100 metri)», precisa l’ingegnere Mimma Catalfamo rup dell’importante opera, quasi a sottolineare la difficoltà ingegneristica che sottende all’intera grande opera. E l’ing. Polifroni aggiunge: «La parte già pronta del viadotto riguardava circa 450 metri di lunghezza, costituiti da undici “conci”, ciascuno del peso di oltre 90 tonnellate, già preparati per essere alzati e poggiati sopra le pile per mezzo di due imponenti gru. Le piene hanno danneggiato i supporti temporanei di questi tratti di viadotto già assemblati, i quali, di conseguenza, sono stati destabilizzati e pericolosamente spostati dal loro corretto posizionamento».

Danni ingenti

I danni causati al cantiere della Gallico-Gambarie dal maltempo a prima vista sembrano ingenti e tuttavia, in questo momento, non si è ancora in grado di comprendere l’effettiva entità degli stessi né a quantificarli economicamente, «perché – dice ancora Polifroni – occorrerà effettuare delle verifiche strumentali, in modo da avere la certezza sulo materiale che è recuperabile e su quello che, invece, non lo è più».

Le opere minori

La tracimazione delle acqua hanno interessato anche altre opere minori, producendo escavazioni di 2-3 metri e danni diffusi nel cantiere. Le piste di cantiere, necessarie per accedere ai luoghi di lavorazione, sono state completamente cancellate e la furia delle acque ha praticamente divelto protezioni, sotterrato attrezzature di lavoro. «Alcune non è stato possibile più neanche individuarle», denuncia Polifroni.

Ritardo inevitabile

In mezzo a tante incognite emerge solo una certezza. Che non è bella. «L’unica certezza che oggi abbiamo – conclude l’ing. Catalfamo – è che il cantiere subirà inevitabilmente ritardi imprevisti e ancora non del tutto quantificabili». E al danno – come spesso accade in questi casi – si aggiunge anche la beffa. La “bomba” d’acqua piovuta dal cielo si è abbattuta sul cantiere proprio nel momento in cui lo stesso aveva ripreso vigore e velocità, a tutto beneficio dell’opera stessa e della comunità reggina.

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