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'Ndrangheta: operazione in provincia di Reggio, 28 arresti

Si getta a mare per sfuggire alla polizia

Operazione della polizia di Stato, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, per l'esecuzione di 28 ordinanze di custodia cautelare (15 in carcere e 13 agli arresti domiciliari) nei confronti di altrettante persone accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico di armi clandestine, collegata e funzionale alle attività della 'ndrangheta. Sono in esecuzione anche otto obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria.

Alle persone coinvolte nell'operazione vengono contestati, sempre a vario titolo, anche i reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti ed un'ampia gamma di delitti in materia di detenzione e porto illegale di armi clandestine, fra cui pistole, fucili mitragliatori e armi da guerra con relativo munizionamento. L'accusa é anche di coltivazione di numerose piantagioni di canapa indiana e cessione di droga, prevalentemente hashish e marijuana. I particolari dell'operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle 11 nella sala convegni della Questura di Reggio Calabria.

"Arma Cunctis" è il nome che gli investigatori della Squadra mobile di Reggio Calabria e del Commissariato di Siderno hanno dato all'operazione nel corso della quale, durante la notte, nella provincia di Reggio Calabria, sono stati eseguiti 28 arresti, otto obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria e numerose perquisizioni. L'inchiesta della Dda di Reggio Calabria ha consentito di individuare "l'assetto organizzativo e l'operatività di una pericolosa struttura criminale", riferisce un comunicato dalla Questura reggina, di cui fanno parte persone come Bruno e Francesco Filippone, ritenuti vicini alla cosca Commisso di Siderno, e altre, come Domenico e Giuseppe Zucco, appartenenti alla cosca Cataldo di Locri, che gestiva nell'area della Locride e in altre zone della provincia di Reggio Calabria "un impressionante traffico di armi clandestine". Sono stati ricostruiti i ruoli degli indagati all'interno della compagine criminale: Antonio Lizzi, Giuseppe Arilli e Bruno Filippone al vertice del sodalizio; Maurizio Napoli e Giorgio Timpano in posizione apicale con il ruolo di stabili fornitori e altri indagati, in posizione subordinata, in qualità di collaboratori, corrieri e intermediari, tra venditori e acquirenti).

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