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Traghettamento, il “bollino” più nero di sempre

Traghettamento, il “bollino” più nero di sempre

C’è un tempo per ogni cosa, e se il fine settimana è stato il momento di fronteggiare l’emergenza e – per quanto possibile – arginarla, adesso è il tempo di capire cosa non ha funzionato durante l’esodo e cominciare a sentire i villesi che, esasperati, chiedono una sola cosa: il polmone di stoccaggio.

Sabato Villa è stata ostaggio dei vacanzieri che loro malgrado si sono riversati in una cittadina per nulla adatta a fronteggiare un’invasione dalle uscite di Scilla e Campo Calabro. Perché questo è successo: oltre alle solite due vie che “sopportano” da quarant’anni il passaggio intraurbano dei mezzi leggeri e pesanti (viale Italia e via Marinai d’Italia), tutto il centro cittadino è stato paralizzato da autovetture provenienti da ogni dove. La Statale 18 è stata usata da chi è uscito allo svincolo di Scilla e poi ha proseguito verso gli imbarcaderi.

Non solo: chi conosce i luoghi (e quasi tutti li conoscono, perché sono siciliani di origine che rientrano a casa per le ferie almeno due volte l’anno!) ha utilizzato anche il lungomare salvo, poi, trovarsi una transenna (posta dalla Capitaneria di Porto) che sbarrava via Marinai d’Italia e “dirottava” il traffico verso via Riviera, quindi via Mazzini, via Monsignor Bergamo e la stessa via Nazionale.

Via Lupina è stata presa d’assalto da quanti hanno utilizzato lo svincolo di Campo Calabro: e poi a scendere da via Nazionale, viale Italia, via Garibaldi. In buona sostanza, da Palazzo San Giovanni fino all’incrocio tra via Nazionale e via Zanotti Bianco (Acciarello) nessuna arteria è stata percorribile.

Certo, gravi disagi per i vacanzieri: i gruppi di Protezione civile di Villa e Campo si sono attivati per distribuire acqua (il sindaco di Campo Sandro Repaci, medico di base, per tutta la giornata ha prestato aiuto alle rotonde di Campo ai mezzi incolonnati), anche i commercianti di Villa hanno fatto la loro parte mettendo a disposizione i servizi igienici e distribuendo bevande.

Ma accanto a chi ha fatto 4-5 ore di attesa per imbarcarsi in Sicilia (da Cosenza all’imbarco ben 8 ore, ci ha raccontato uno dei malcapitati) ci sono stati anche i villesi, tutti nessuno escluso, da nord a sud, a vivere una situazione senza precedenti. Perché, nonostante qualche voce isolata, nessuno può dire che la paralisi provocata dall’esodo 2018 abbia alcun precedente in città.

Sarà stato l’errore nella segnalazione delle uscite per il traghettamento una volta chiuso lo svincolo di Villa o qualunque altra causa che si accerterà rispetto al Piano di emergenza messo in atto, la voce della città è stata praticamente univoca: la misura è colma e solo una è la soluzione, il polmone di stoccaggio.

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