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Ruspe in casa della vedova Cordì

Ruspe in casa della vedova Cordì

Abbattuta ieri la costruzione, di poco più di 90 metri quadrati realizzata abusivamente in contrada Calvi di Locri da Jolanda Giorgi, vedova di Antonio Cordì detto “u ragiuneri” e ritenuto l’autorevole capo dell’omonimo clan ’ndranghetistico. Quella realizzazione abusiva – che poteva apparire come una sorta di “risarcimento” della confisca decretata dall’autorità giudiziaria della lussuosa villa di famiglia – da ieri non c’è più. Infatti con l’abbattimento dell’immobile l’amministrazione comunale di Locri, guidata dal sindaco Giovanni Calabrese, ha voluto segnare una vera e propria svolta in direzione del rispetto senza eccezioni delle leggi urbanistiche.

Il caso della costruzione realizzata abusivamente dalla vedova Cordì era esploso agli inizi del 2014. Allora furono i carabinieri della stazione di Locri a far emergere l’abuso edilizio attraverso una nota inviata all’amministrazione con la quale chiedevano che venissero effettuate le necessarie verifiche per accertare «eventuali violazioni edilizie in contrada Calvi». Gli accertamenti, effettuati successivamente dall’ufficio tecnico comunale, portarono ad appurare che, all’interno di un appezzamento di terreno di proprietà dei Cordì, tra due palazzi esistenti, era stata realizzata abusivamente una nuova costruzione. Si trattava di una piccola abitazione, alta poco meno di 4 metri e con una superficie di poco più di 90 metri quadri. Una volta accertato che la costruzione era avvenuta in maniera abusiva, nel novembre di quello stesso anno, veniva emanata l’ingiunzione di demolizione della costruzione abusiva «con comminatoria acquisizione al patrimonio del comune».

Poiché la vedova Cordì, proprietaria dell’immobile abusivo, non ottemperava all’ingiunzione di demolizione l’Ufficio tecnico chiedeva l’autorizzazione per poter impegnare le somme necessarie all’abbattimento dell’immobile. La giunta municipale, nella seduta del 14 marzo 2016, all’unanimità, deliberava l’autorizzazione al responsabile dell’Ufficio Tecnico di poter impegnare le somme necessarie per l’abbattimento della costruzione abusiva.

Il successivo passaggio, in direzione della “bonifica” era compiuto dal Consiglio comunale nella seduta del 29 giugno 2017, che deliberava all’unanimità dei presenti in aula, di «procedere alla demolizione dell’immobile realizzato abusivamente». Ma soltanto nove consiglieri, compreso il sindaco, parteciparono a quel consiglio: mancarono i cinque dell’allora gruppo di minoranza “Impegno e Trasparenza-PD”, per protesta contro un presunto comportamento irregolare da parte del presidente del civico consesso.

L’abitazione abusiva fatta realizzare da Jolanda Giorgi, vedova del boss locrese Antonio Cordì detto “u ragiuneri” è stata abbattuta ieri alla presenza della polizia municipale e dei carabinieri della stazione locrese. È stata la conclusione di un iter avviato nel 2014 dall’Amministrazione guidata da Giovanni Calabrese.

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