Ha dell'incredibile la vicenda di un dipendente dell’Asp, vincitore di concorso pubblico, con un titolo riconosciuto dalla stessa Regione e con un’attività incontestata per circa 30 anni come tecnico di laboratorio. Carlo Gioffrè alle porte della pensione è stato licenziato dall’Asp per non essere il suo titolo valido. Lo stesso tenta di dimostrare ai vertici ASP di Reggio Calabria che il proprio titolo è stato acquisito nella sede regionale trenta anni prima e che è stato sempre ritenuto valido. Tutti l’ascoltano e gli dicono che ha ragione, ma nessuno si muove. Lo stesso dipendente, essendogli stata stravolta la propria esistenza (mutui da pagare, famiglia da mantenere, bollette da soddisfare), è costretto a rivolgersi alla Magistratura. Il Tribunale di Palmi, con ordinanza esecutiva del 17 maggio 2022, accoglie la richiesta e dichiara, in via d’urgenza, il licenziamento nullo per non aver il datore di lavoro proposto, prima di interrompere definitivamente il rapporto, una soluzione alternativa: cioè offrire una sistemazione diversa in attesa della verifica della validità o meno del titolo.
L’Asp non reintegra il lavoratore e versa gli stipendi solo sino a dicembre 2022. Da tale data lascia il dipendente reintegrato senza una lira. Il lavoratore chiede spiegazioni, invita e diffida l’Asp, ma il silenzio dell’azienda è assoluto. I vertici non rispondono e non motivano le proprie condotte. Il datore di lavoro propone reclamo, ma ancora non vi è alcuna decisione. Quindi, vi è un obbligo di esecuzione del provvedimento. Ma, come capita spesso in Calabria, la legge e i provvedimenti giudiziari sono un optional...
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