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Reggina con 5 elementi cresciuti al Sant'Agata. Orgoglio amaranto per tirarsi su

Porcino, Barillà, Girasole, Provazza e Zucco, gli “indigeni” cresciuti al centro sportivo, pronti a guidare la riscossa. Salandria un... acquisito

I reggini per guidare la riscossa amaranto. In uno dei momenti più complicati della storia della Reggina (ufficialmente ancora senza il suo nome) c’è una profonda traccia autoctona nella squadra che, tra mille difficoltà, punta a migliorare una non esaltante prima parte di stagione in Serie D. Un risultato che, com’è noto, è frutto probabilmente di errori, ma anche di contingenze straordinarie che hanno reso assai difficile il percorso fino ad ora.
L’ultimo arrivato in casa amaranto è Toti Porcino. L’esterno sinistro è uno che a Reggio Calabria ci è nato e cresciuto anche come calciatore. Il gol al Messina nel derby dello Stretto sotto la Curva Sud nel 2016 è una di quelle cose che un ragazzo di Reggio sogna e lui l’ha realizzata.
La carriera dice che è un elemento che può dare qualità, assist e anche gol. Ha l’occasione di rilanciarsi e di garantire ulteriore senso di appartenenza ad una squadra che custodisce altri cuori amaranto. Avrà il 71 sulla schiena, non quel 17 che aveva nella sua ultima parentesi in amaranto.
Il 17 ce l’ha sulla maglia Nino Barillà. Il capitano è uno che con la Reggina e con quel numero ha fatto gol in Serie A a Buffon contro la Juventus, sempre sotto la Sud. E, a proposito di sogni realizzati, quella rete del 2009 è un po’ l’emblema del massimo splendore del calcio reggino, quando si era in grado di far crescere al “Sant’Agata” un ragazzo di Catona e portarlo a segnare a quello che era il portiere più forte al mondo. Oggi è il leader tecnico e carismatico della squadra.
In difesa la Reggina ha Domenico Girasole. Da qualche domenica è titolare inamovibile. Da giovanissimo la sua esperienza nel settore giovanile finì dopo due anni. Una storia come tante che si infrange sulle inevitabili scelte che ad un certo punto qualcuno deve fare.
Questo non gli ha tolto la passione per i colori amaranto che la sua famiglia gli ha trasmesso.
«In molti – aveva scritto sul suo profilo Instagram dopo il ritorno – mi hanno consigliato di non tornare e di non scendere di categoria, ma ho deciso di fare una scelta di cuore».
Altri invece dopo aver vissuto oltre dieci anni nel settore giovanile amaranto oggi sono under fondamentali del progetto di Trocini. Uno è Alessandro Provazza, l’altro è Emanuele Zucco.
C’è anche chi reggino non è di nascita, ma lo è diventato d’adozione. Ciccio Salandria è un giocatore molto amato dai tifosi e lui ha sempre avuto parole d’amore verso i colori amaranto.
Un rapporto cementato da una lunga militanza nel vivaio e da tante avventure vissute con la Reggina. Questa stagione è partita per lui senza avere troppo spazio, quando è andato in campo non ha demeritato e al momento avrebbe bisogno di avere un po’ di continuità d’utilizzo per poter dare al meglio il suo contributo.
In una stagione che è nata dopo un’estate dolorosa per la storia della Reggina, per chi ha l’amaranto nel cuore avere dei veri e propri tifosi in campo è un po’ come beneficiare di punti di riferimento in una fase in cui il senso di disorientamento è quasi fisiologico.

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