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Reggina, è cambiato tutto in un anno. Gran parte della tifoseria si è defilata

Nel 2022 il Natale amaranto festeggiava la vittoria sull’Ascoli tra i cadetti mentre oggi ci si dibatte tra i dilettanti

La ripresa degli allenamenti per la Reggina è fissata per domani. Dopo i giorni di vacanza avuti a cavallo dei giorni di Natale e Santo Stefano, gli uomini di Trocini svolgeranno una doppia seduta. La preparazione riprenderà allo stadio Oreste Granillo, in attesa di capire come si articolerà successivamente il programma. Altri allenamenti si svolgeranno poi al centro sportivo dell’Asd Valanidi, per quella che dovrebbe essere un’alternanza tra le due soluzioni. La società non ha più nella sua disponibilità la parte del centro sportivo Sant’Agata utilizzata fino a prima del match con l’Igea Virtus. L’obiettivo è riaverla al più presto attraverso la manifestazione d’interesse che sarà presentata per la gestione semestrale, ma nel frattempo si deve fare i conti con una situazione non semplice da gestire a livello logistico. Un problema in più che si inserisce in una situazione calcistica generale dove non c’è certo grande entusiasmo.
Un anno fa Reggio Calabria e tutta la tifoseria si lasciavano alle spalle il giorno di Santo Stefano con la gioia di una vittoria ad Ascoli che faceva sognare una promozione diretta in Serie A. La Reggina, anche tra chi non aveva passione assoluta per il calcio, era diventata uno dei temi di grande interesse del periodo di Natale. Oggi la situazione si è completamente rovesciata e, con l’eccezione dei fedelissimi, si registra un certo disinteresse a livello sociale. Senza dimenticare che c’è una fetta di tifoseria che non si riconosce in questa squadra, ufficialmente La Fenice Amaranto, che deve attendere per riavere il nome storico e a cui si chiede di intraprendere appena possibile la strada per fregiarsi del logo che ha accompagnato gli anni d’oro. Si può guardare dunque con un pizzico di nostalgia alla situazione di trecentosessantacinque giorni fa, ma ormai non è più tempo di pensare al passato.
In fondo, con il senno del poi, il grande ritardo in classifica della capolista Trapani è anche figlio del fatto che l’estate scorsa si è, a livello generale, troppo sottovalutata l’ipotesi che già i primi gradi di giudizio che negavano all’iscrizione in Serie B fossero campanelli d’allarme utili a pensare tempestivamente ad una ripartenza. E così ci si è trovati a farlo solo a settembre inoltrato, con tutte le criticità che ne sono derivate Circostanze che non cancellano quello che appare come qualche errore fatto dal nuovo corso societario, ma che comunque acuiscono il sospetto che sarebbe stata difficile in ogni caso duellare con una squadra come il Trapani. Il campionato non è ancora finito. Se la squadra di Trocini vuole essere un po’ meno “trasparente”, almeno agli occhi della città che in questo momento è poco sensibile alle gesta amaranto, dovrà conquistare tante vittorie, acquisendo la migliore posizione possibile tra stagione regolare ed eventuali playoff. L’idea è anche quella di farsi trovare nella migliore condizione di partenza qualora in estate dovesse aprirsi l’ipotesi di una riammissione in Serie C legata a vuoti di organico della terza categoria nazionale. Per questa prospettiva, però, i discorsi restano decisamente prematuri.

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