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La Reggina e il giorno dell’orgoglio amaranto, celebrato l'anno di vita numero 110: “Rivogliamo il nostro nome”

Uno spettacolo di colori e cori per un senso di appartenenza che non conosce limiti

La Reggina è viva. Al di là di mancate iscrizioni, denominazioni in attesa di essere cambiate e procedure da completare, lo dice ciò che è successo ieri pomeriggio all’Arena dello Stretto di Reggio Calabria. Tanti cuori amaranto si sono incontrati per celebrare il centodecimo anniversario dalla fondazione della squadra. Un fenomeno sociale in grado di unire la città, di trascinarla nei momenti difficili e una bandiera sotto cui si riconoscono centinaia di migliaia di tifosi nel mondo. La splendida manifestazione organizzata dalla Curva Sud era originariamente prevista per l’11 gennaio, il giorno esatto della ricorrenza. La pioggia che è caduta su Reggio giovedì ha generato la necessità di un rinvio che non ha tolto significato a quella macchia di amaranto che ha colorato uno dei luoghi simbolo a livello cittadino. A lungo, dalle 18 in avanti, si sono sono sentiti forti e chiari cori di una tifoseria che ha voglia di riprendersi quello che ha lasciato e che si meriterebbe. Uno spettacolo di tifo che ha avuto il suo momento clou alle 19.14 (per richiamare l’anno di fondazione) quando i fumogeni amaranto e uno spettacolo di luci hanno illuminato la notte di Reggio.
A fare da cornice il Lungomare Falcomatà che ha spesso accolto decine di migliaia di tifosi amaranto nelle date storiche. Eventi come quelli di ieri, pur con una partecipazione numerica non paragonabile a quella delle grandi feste, tracciano un solco significativo e sono lo stimolo che serve per una ripartenza che ci si augura possa essere il più veloce possibile. Ieri si è avuta la dimostrazione che c’è uno zoccolo duro di tifosi che ha una fede che neanche due mancate iscrizioni in meno di due anni possono mettere in discussione. Il senso d’orgoglio e l’appartenenza, per loro, va oltre un pallone che non entra e persino una stagione come questa. Un’annata in cui la domenica non è facile seguire una squadra che, pur essendo erede designata della storica tradizione amaranto, nelle carte ufficiali si chiama ancora La Fenice Amaranto. "Rivogliamo la Reggina, tradizione e identità" è stato uno dei cori più partecipati, più volte intonato durante le gare di campionato e che suona anche come un messaggio verso la nuova dirigenza. Il club sa di avere un mandato di fiducia verso obiettivi che sono chiari: ridare a Reggio la Reggina in ogni sua forma e riportarla in categorie diverse da una Serie D che non può certo regalare soddisfazione a chi è abituato a ben altro.

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