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Reggina, scoppia la grana “Sant’Agata”. I tempi per l'assegnazione più lunghi del previsto

La squadra amaranto rischia di iniziare la stagione senza la disponibilità del centro sportivo

La Reggina rischia di dover fare i conti con il problema Sant’Agata. Una questione che, giorno dopo giorno, diventa di stringente attualità. Potrebbe essere infatti necessario attendere qualche settimana prima che la situazione si sblocchi e, in teoria, tra poco più di un mese potrebbe esserci il raduno della squadra. Per certi versi, dunque, la nuova stagione rischia di partire con vecchi problemi. E, ad esempio, diventa meno facile ipotizzare un ritiro che si possa svolgere all’interno della struttura di via delle Industrie dato che i tempi sono abbastanza stretti. Di certo allenarsi a temperature più clementi rispetto a quelle alte che potrebbero esserci a Reggio Calabria tra luglio ed agosto garantirebbe un maggiore comfort. La verità è che per la società amaranto potrebbe non trattarsi di una scelta, ma forse di un obbligo.
L’attuale concessione provvisoria su parte della struttura è in scadenza al 30 giugno. Anche qualora dovesse esserci una proroga temporanea e prima di un eventuale bando, sarebbe difficile che il club si muova per sistemare i campi senza la certezza di un’assegnazione definitiva. Nella stagione appena conclusa, non a caso, la Reggina si è trovata ad allenarsi anche a Campo Calabro e al Granillo per poter avere una superficie ritenuta idonea per i propri allenamenti. L’illusione che l’assegnazione potesse concretizzarsi in tempi molto brevi nasce probabilmente da qualche equivoco di fondo.
E allora vale la pena fare un punto della situazione. La società amaranto è stata l’unica, con l’aiuto di una società specializzata, a presentare un progetto di valorizzazione e gestione a lungo termine del centro sportivo Sant’Agata. Nei prossimi giorni questo sarà posto all’attenzione di una commissione di valutazione che invierà la propria relazione al Sindaco Falcomatà. Il fatto che il club sia stato il solo a presentare un proprio progetto non è un fattore vincolante per chi dovrà assegnare il bene, ossia la Città Metropolitana. Se la progettualità sarà ritenuta di interesse pubblico, sarà messa a bando. Al bando, però, può partecipare chiunque abbia i requisiti che verrebbero indicati e in teoria anche la Reggina potrebbe essere beffata. Va detto, però, che il club amaranto avrebbe sempre un diritto di prelazione anche su eventuali contro-proposte migliorative che dovessero emergere in risposta al bando. Basterebbe pareggiarle. Tradotto; la strada per la Reggina resta spianata, ma va percorsa e c’è l’incognita dei tempi.
Va detto che nei giorni scorsi in città si era ipotizzato che l’assegnazione del Sant’Agata potesse essere diretta. Una prospettiva su cui in realtà non erano mai arrivate conferme dirette da fonti vicine a Palazzo Alvaro. E adesso cosa succede? Si valuteranno i tempi affinché si completino tutte le evoluzioni e, qualora fosse necessario, la Città Metropolitana potrebbe optare per una concessione temporanea. In attesa di quella definitiva e a lungo termine. I tempi brevi convengono a tutti, perché per la Città Metropolitana ci sarebbe da occuparsi della manutenzione del Sant’Agata fino a conclusione, ma ci sono delle tempistiche tecniche da rispettare.

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